In Repubblica Ceca continuano le trattative dopo le elezioni parlamentari di inizio ottobre, che hanno visto prevalere i partiti dell’opposizione di centrodestra. A prendere tutto lo spazio mediatico sono tuttavia le condizioni di salute del presidente Miloš Zeman, ricoverato un giorno dopo la chiusura delle urne, domenica 10 ottobre, in terapia intensiva. I partiti della nuova maggioranza, da sempre ostili a Zeman, potrebbero in novembre togliergli i poteri.

Il centrodestra, che ha la maggioranza in entrambi i rami del parlamento, è ormai orientato a trasferire i poteri presidenziali. Il senato ha richiesto a inizio settimana un parere dell’ospedale militare, dove Zeman è ricoverato. Il responso dei medici è chiaro: il presidente non è ora in grado di lavorare, il miglioramento dello stato di salute è incerto e il ritorno agli impegni lavorativi nelle prossime settimane è poco probabile.

Nel caso che il presidente sia indisposto, la costituzione ceca prevede la possibilità di trasferire la maggioranza dei suoi poteri al presidente della camera dei deputati e al premier. L’attivazione del cosiddetto articolo 66 richiede la votazione a maggioranza semplice della camera e del senato. Dopo il trasferimento dei poteri Zeman rimarrebbe capo dello stato e, qualora le sue condizioni migliorassero, potrebbe riprendere le sue prerogative.

Il centrodestra deve tuttavia aspettare almeno fino all’8 novembre, quando è convocata la prima seduta della nuova camera. Il voto sul trasferimento dei poteri potrebbe arrivare intorno al 10 novembre e il presidente del senato ha già annunciato che prima chiederà un nuovo parere dell’ospedale.

Pare ormai rassegnato il principale alleato di Zeman, l’attuale premier e leader del movimento Ano 2011 Andrej Babiš. Avendo il gruppo più grande, il presidente gli aveva promesso l’incarico per formare il nuovo governo. Babiš avrebbe poche chance di creare una maggioranza essendo i partiti dell’ex opposizione per ora piuttosto uniti. Visto probabilmente anche lo stato di salute del presidente, Babiš ha annunciato che non accetterebbe l’incarico. «Consegneremo il potere alla nuova coalizione e andremo all’opposizione» ha dichiarato.

L’attuale premier ha però criticato «la fretta» con cui i partiti di centrodestra parlano del trasferimento dei poteri. Secondo lui si potrebbe attendere alcune settimane dopo l’insediamento della camera e vedere se lo stato del presidente migliora o meno. Anche gli altri sostenitori del capo dello stato ritengono sospetta la velocità con cui vuole agire il centrodestra, che tuttavia dice di temere un vuoto del potere.

Critiche unanimi per non aver comunicato informazioni sullo stato di salute del presidente ha invece suscitato l’atteggiamento dell’ufficio presidenziale e del suo capo Vratislav Mynář. Babiš ha esortato Mynář ad andarsene, mentre i politici di centrodestra hanno il sospetto che l’entourage del presidente si sia impossessato in maniera indebita dei suoi poteri. Molte critiche ha suscitato anche la visita in ospedale da Zeman, la scorsa settimana, dell’attuale presidente della camera Radek Vondráček per far firmare al capo dello stato il decreto di convoca della nuova camera. In seguito è stato rilevato che la visita è avvenuta senza che ne sapesse niente il medico curante e dopo che i medici hanno appurato che Zeman non sia capace di lavorare.

Per altro l’atto di convoca appariva superfluo essendo che i nuovi deputati si sarebbero dovuti riunire in seduta l’8 novembre per disposizioni già contenute nella costituzione ceca. Mynář ha rifiutato ogni addebito. Nel caso che il parlamento procedesse alla revoca dei poteri potrebbe fare ricorso presso la Corte Costituzionale.