L’immagine più potente di questo 25 aprile e probabilmente di tuta la pandemia in Italia è stata scattata ieri mattina intorno alle dieci a Roma, in piazza Venezia. Il presidente della Repubblica scende le scale dell’altare della patria dopo aver reso omaggio al milite ignoto nel giorno della festa nazionale della Liberazione «al di fuori di ogni cerimonia e senza la presenza di autorità», puntualizza la nota del Quirinale che ne ha dato notizia. Nella città deserta nessuno se n’era accorto. Sergio Mattarella è solo nello spazio vuoto, lontani anche la scorta e i corazzieri. Nella foto indossa la mascherina ma solo perché sta per rientrare in macchina, durante l’omaggio ai caduti l’ha tolta con un gesto quasi di rispetto, infilandola nella tasca interna della giacca.

Come la via crucis solitaria del papa, l’omaggio ai caduti della guerra di Liberazione del presidente della Repubblica in pieno lockdown ha un forte valore simbolico. Mattarella lo ha deciso venerdì ma il Quirinale ha tenuto riservata la decisione per evitare qualsiasi impaccio al dispositivo di distanziamento sociale. Il 17 aprile una circolare della presidenza del Consiglio firmata dal sottosegretario Fraccaro aveva annunciato il contrario: «Quest’anno non si terrà la tradizionale deposizione all’Altare della Patria da parte del Presidente della Repubblica».

Si tratta della stessa circolare secondo la quale neanche i rappresentati dell’Associazione nazionale partigiani avrebbero dovuto rendere omaggio alle mille lapidi che sono ovunque nel Paese. Omaggi che invece si sono svolti regolarmente, tant’è che la presidente nazionale dell’Anpi Carla Nespolo si è recata al Campo della gloria di Alessandria, lì dove il sindaco leghista della città aveva annunciato che sarebbe stato solo per dedicare la festa ai caduti del Covid-19. Quella circolare di Fraccaro era stata poi corretta da un’altra del Viminale, che giovedì aveva chiarito ai prefetti che nessun omaggio rispettoso delle misure di sicurezza avrebbe potuto essere vietato.

Il gesto di Sergio Mattarella «si è svolto in assoluta sicurezza, non è stata una cerimonia e non era presente alcuna altra autorità», sottolinea il Quirinale. Al presidente non è stato possibile rendere omaggio alle Fosse Ardeatine e a nessun altro dei «luoghi diventati tristemente noti per gli eccidi perpetrati dalla furia nazifascista», come ha spiegato lui stesso in un messaggio alle associazioni combattentistiche. Ma con la deposizione della corona all’altare della patria ha voluto rimarcare che «il 25 aprile ci ripropone l’esperienza di un popolo capace di riscattarsi lasciando alle proprie spalle le macerie morali e materiali del regime fascista».

«Avvertiamo la consapevolezza di un comune destino come una riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale», ha scritto il presidente della Repubblica in un messaggio diffuso per il 25 aprile ieri mattina. Poi in serata alcuni esponenti della Lega, di Forza Italia e soprattutto Giorgia Meloni hanno fatto polemica perché «ai tesserati dell’Anpi, alla sinistra e ai centri sociali» sarebbe stato consentito di «organizzare manifestazioni».