Quest’anno Ulf Stark, uno dei più significativi autori svedesi per l’infanzia, avrebbe compiuto ottant’anni (è scomparso nel 2017): per festeggiarlo Bologna dissemina le iniziative in suo onore. Duemila bambini e bambine delle scuole animeranno una maratona di lettura nelle biblioteche cittadine, mentre la Fiera del libro per ragazzi gli dedicherà un ricordo presso il Caffè degli autori, e poi un saggio (Oblò n.7 a cura di Hamelin). Intanto, Iperborea ha dato alle stampe Amy, Aron e il genio della latta con le illustrazioni colorate e immaginose di Per Gustavsson (traduzione di Laura Cangemi, pp. 128, euro13).

Due amici, una discarica degna del miglior parco avventure e l’incontro con un genio piccolo, inquieto, un po’ lagnoso, e inizialmente invisibile, trasformano un’estate come solo un genio buffo e irriverente può fare. È il potere degli incontri, quelli veri, che cambiano la vita per sempre: perché il genio picchia i bulli che infastidiscono Amy, mangia torte di non compleanno del negozio della mamma di Aron, tramuta la discarica in un rifugio accogliente dove una roulotte abbandonata diventa il nascondiglio segreto a cui tutti i bambini dovrebbero avere diritto.

Il potere degli incontri trasformativi, in cui si cresce e – magari – si salvano pure le sorti del mondo innerva anche Come un incantesimo di Elle McNicoll con cui Uovonero edizioni (pp. 180, euro 16) prosegue il suo viaggio nelle problematicità dei diversamente abili. Ramya, infatti, è una giovanissima strega disprassica e la disprassia, la difficoltà di un movimento puntuale e coordinato, non è esattamente la caratteristica migliore per una strega ma il suo tragitto verso Edimburgo alla ricerca del «Popolo Nascosto» inizia con un libro bianco ancora da scrivere e il viatico del nonno scomparso di recente: «Attenzione alle sirene».

In una città piena di creature magiche che si rendono invisibili, di mondi sommersi e pericoli incombenti la dodicenne protagonista si confronta con il mistero, con una famiglia complicata e incomprensibile, con amici che sembrano tali e quelli che invece appaiono nemici.

Per sbrogliare matasse e misteri è necessario che la giovane strega Ramya vada oltre gli stereotipi, le immagini consolidate, i falsi miti per scoprire quali sono le reali caratteristiche delle creature magiche – di tutte le dimensioni e dai poteri diversissimi. Alla fine del viaggio, il mondo sarà al sicuro, le sirene ridotte all’impotenza, le proprie abilità ritrovate e le capacità sedimentate. Un viaggio che racconta anche di una famiglia atipica, dove non ci si rivolge la parola per anni, e il silenzio ha sedimentato lontananze, in una speranza di salvezza che l’oblio non può garantire. Il lieto fine – di cui c’è tanto bisogno – arriva anche quando si sconfigge l’omertà, per salvifica che possa apparire.

A lettori più attrezzati, e auspicabilmente di tutti i generi e identità, è destinato Saresti così bella, romanzo perturbante, inquieto e distopico. Nel mondo di Belle e Joni inventato da Holly Bourne e pubblicato in Italia da Camelozampa (pp. 448, euro 16,90) per una ragazza ci sono solo due possibilità: seguire le regole della Dottrina come fa Belle (di nome e di fatto) che significa applicare la Maschera tutti i giorni, digiunare fino a sentirsi male, dare conto di sé ossessivamente sui social che determinano popolarità e successo, e incassare le attenzioni dei maschi come un complimento anche quando si trasformano in violenza. Ma nel mondo dispotico vige l’inganno perché la Dottrina lascia, solo apparentemente, possibilità di scelta. A capirlo – grazie a una madre capace di rompere gli schemi – è Joni che non si trucca, non bada al proprio aspetto e cerca il suo riscatto attraverso lo studio diventando una Discutibile. Anche qui, è dall’improbabile incontro tra Belle e Joni che nasce la possibilità di trasformare il proprio destino. Si tratta di un’amicizia non scontata, che fatica a trovare la propria strada e le proprie parole, e che pure consente il viaggio per una borsa di studio, l’avvicinarsi al cambiamento, avvertendo la necessità che per cambiare le regole del gioco la cosa migliore è non giocare.