Dopo oltre nove ore di camera di consiglio, in nottata la Corte di Cassazione ha assolto definitivamente Silvio Berlusconi per il processo Ruby confermando la sentenza del tribunale di Milano.

Secondo i supremi giudici dunque l’accusa di concussione “non sussiste” e lo sfruttamento di prostituzione minorile “non costituisce reato”, in quanto il Cavaliere non sapeva l’età di Karima el Mahroug, alias Ruby Rubacuori.

  • (aggiornamento delle ore 9.00 dell’11 marzo 2015, di seguito l’articolo uscito in edicola)

Annullare la sentenza di assoluzione per il caso Ruby e rinviare gli atti alla corte di Appello di Milano per un nuovo processo. Per il sostituto procuratore generale della Cassazione Eduardo Scardaccione non ci sono dubbi: la sentenza che il 18 luglio dell’anno scorso prosciolse Silvio Berlusconi dalle accuse di concussione, «perché il fatto non sussiste», e di prostituzione minorile, «perché il fatto non costituisce reato», va cancellata e riconsiderato il giudizio nei confronti del leader di Forza Italia.

Sono le 12,26 quando la richiesta di un nuovo processo viene pronunciata nell’aula della sesta sezione penale della Corte di cassazione. Con una requisitoria molto dura il pg ha appena finito di smontare pezzo per pezzo i cardini principali su cui si basa la sentenza di assoluzione dell’appello. Due, in particolare, i punti di attacco dell’accusa: la certezza che l’ex cavaliere sapesse che Karima El Marough, in arte Ruby Rubacuori, fosse minorenne all’epoca in cui frequentava le feste di Arcore, e che l’accusa di concussione forzata nei confronti del questore di Milano Piero Ostuni perché rilasciasse Ruby dopo ch questa era stata fermata per un furto nel 2010, sia fondata. Una richiesta, quella del pg, definita «ingiustificata» da uno dei difensore di Berlusconi, l’avvocato Filippo Dinacci.

Per il caso Ruby Silvio Berlusconi era stato condannato in primo grado a sette anni di carcere, sentenza in seguito rovesciata dall’appello. Uno dei punti principali del dibattimento è stata la telefonata fatta dal Berlusconi, all’epoca dei fatto presidente del consiglio, per far rilasciare Ruby dalla questura di Milano. Fece leva sul suo ruolo per ottenere lo scopo? Per il pg non ci sono dubbi: : «C’è stata una violenza irresistibile per ottenere il risultato indebito», spiega. «La volontà di Ostuni è stata ibernata perché nel momento in cui riceve la richiesta di intervento di Berlusconi non capisce più nulla e fa ben 14 telefonate. C’è spazio per ritenere che la pressione fosse resistibile?» è la domanda che il pg pone nella sua requisitoria. Per l’accusa lo stato di subordinazione di Ostuni era tale da spingerlo a sua volta a esercitare pressioni sui suoi sottoposti perché rilasciassero subito Ruby affidandola a Nicole Minetti.

Il pg interviene anche sulla motivazione data dal premier ai funzionari della Questura milanese perché gli obbedissero in fretta: «L’episodio nel quale Berlusconi racconta che Ruby è la nipote di Mubarak è degno di un film di Mel Brooks e tutto il mondo ci ha riso dietro», dice.

Nessun dubbio infine, per il pgScardaccione, sul fatto che il leader di Forza Italia sapesse di frequentare una minorenne. La consapevolezza sta proprio nell’aver fatto pressioni perché la diciassettenne di origine marocchina venisse affidata alla Minetti. «per la corte d’appello mancherebbe la consapevolezza da parte di Berlusconi della minore età di Ruby – spiega Scardaccione – non è credibile né da un punto di vista logico né come elemento di prova che l’interessato non sapesse. Il problema della minore età non è un accidente e la conferma definitiva della consapevolezza sta nel momento della telefonata in cui si chiede l’affido per Ruby. L’affido si chiede solo in presenza di minori».

Dopo l’accusa è stata la volta dei difensori di Berlusconi a parlare. Per l’avvocato Coppi «la sentenza della Corte d’appello ammette che ad Arcore avvenivano fatti di prostituzione con compensi. Cosa che non contestiamo nemmeno noi difensori, ma manca, in fatto, la prova che Berlusconi prima del 27 maggio sapesse che Ruby era minorenne». Per quanto riguarda l’accusa di concussione, la difesa dell’ex premier sostiene che nella vicenda «è stata rispettata puntualmente la prassi dell’affido seguita dalla questura di Milano, che poi Ostuni e gli altri dirigenti fossero contenti di aver fatto un favore a Berlusconi, questo ve lo concediamo, ma quanto venne fatto è solo quanto previsto dalla prassi in vigore: identificazione, foto segnalazione e ricerca di una comunità per l’affido».

Attesa in serata, la sentenza slitta probabilmente a questa mattina.