Il Pentagono: mandare truppe in Medio Oriente
Siria/Iraq La sicurezza Usa consiglia ad Obama di mandare unità speciali sui fronti siriano e iracheno, per rispondere al ruolo russo. Anche l'Iran manderà altri generali per garantirsi il dopoguerra
Siria/Iraq La sicurezza Usa consiglia ad Obama di mandare unità speciali sui fronti siriano e iracheno, per rispondere al ruolo russo. Anche l'Iran manderà altri generali per garantirsi il dopoguerra
La Russia preme sul fronte mediorientale, tanto da poter stravolgere la politica finora seguita dal presidente Usa Obama, “nessuno stivale sul terreno”. A fare pressioni sulla Casa Bianca è il Pentagono: secondo quanto riportato ieri dal Washington Post, consiglieri della sicurezza hanno suggerito di spostare truppe di terra in Siria e Iraq.
La proposta, dicono fonti anonime, riguarda il dispiegamento di forze speciali in territorio siriano e consiglieri militari sulle linee del fronte iracheno. Anche se dovrebbe trattarsi di numeri limitati, una simile iniziativa richiederebbe l’autorizzazione formale di Obama, il presidente che ha ritirato le truppe dall’Iraq e promesso di non inviarne altre. Ad un anno dalla fine del suo mandato, il presidente è sotto pressione: sempre più numerosi i consiglieri che puntano sui marines a terra, anche se lontani dai combattimenti.
Secondo il Washington Post, è possibile che le forze speciali vengano mandate per coordinarsi con i combattenti alleati sul terreno (siriani moderati e kurdi siriani delle Ypg) e per ricevere informazioni di intelligence, ormai assenti dopo la scomparsa dell’Esercito Libero. Nel mirino ci sarebbero la siriana Raqqa e l’irachena Ramadi, roccaforti Isis che, se riprese, indebolirebbero non poco il califfato.
Operazioni militari o no, la proposta è indicativa della fretta che pervade l’establishment statunitense alle prese con la prepotenza militare e diplomatica russa. Un ruolo, quello di Mosca, che se preoccupa gli Stati uniti e i loro stretti alleati, fa muovere anche l’Iran: Teheran, che dalla Russia ha ricevuto sostegno e che con Putin condivide il supporto al presidente siriano Assad, starebbe inviando altri consiglieri militari nel paese. L’Iran intende rafforzare la propria presenza, finora gestita dalle Guardie Rivoluzionarie e da 150mila miliziani sciiti, per segnare punti importanti sul campo di battaglia. Abbastanza importanti da sedersi al futuro tavolo del negoziato e partecipare attivamente alla definizione di condizioni finali che tutelino l’asse sciita.
Di negoziati torna a parlare il segretario di Stato Usa Kerry che sta organizzando per venerdì a Vienna un nuovo incontro sulla guerra civile siriana e il futuro del presidente Assad. Secondo il Dipartimento di Stato, vi prenderanno parte una decina di paesi arabi e europei. Non è ancora confermata la presenza dell’Iran.
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