L’ultimo rapporto del Dipartimento Difesa degli Stati uniti mostra l’entità dei «danni collaterali» prodotti dalle offensive militari: in Siria e in Iraq, tra marzo e aprile del 2017 sono morti «per errore» 332 civili contro i 150 ammazzati dall’agosto del 2014 quando ha avuto inizio l’operazione Inherent Resolve contro l’Isis.

L’ipotesi avanzata da alcune ong come AirWars, che compie monitoraggio sulle operazioni militari in quei paesi, gli Usa si curano sempre meno della sicurezza dei territori densamente abitati, aumentando il rischio per i civili.

Una tendenza in aumento con Trump. Il Pentagono smentisce, e contesta i dati della ong, secondo la quale i morti, in tre anni, non sarebbero 484 come dichiarato dagli Usa, ma almeno 3817.