La temporaneità degli incarichi direttivi, e dunque il ritorno di un procuratore capo alle funzioni di sostituto procuratore, dovrebbe essere la regola nella magistratura perché è l’unico freno possibile, più di qualsiasi riforma della giustizia, al carrierismo delle toghe. Ma non è così, e dunque il trasferimento di Giuseppe Creazzo dalla guida della procura di Firenze all’incarico di semplice sostituto procuratore per i minorenni a Reggio Calabria fa sensazione. Tanto più se il trasferimento avviene su sua richiesta. E se si tratta del procuratore che ha firmato l’inchiesta Open, chiedendo il rinvio a giudizio per finanziamento illecito di Matteo Renzi. Il senato si è occupato di questa vicenda appena tre giorni fa, sollevando conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale contro i magistrati fiorentini.

Il trasferimento di Creazzo è stato deciso ieri dal plenum del Csm. Il magistrato torna a Reggio Calabria dove ha svolto gran parte della sua carriera, è stato pm e anche giudice prima di essere chiamato all’ufficio legislativo del ministero della giustizia (quando il ministro era Clemente Mastella) e tornare poi in Calabria come procuratore di Palmi. A Firenze Creazzo è arrivato nel giugno 2014, quindi era prossimo alla scadenza del termine massimo dell’incarico (otto anni), ma non aveva più prospettive di carriera dopo che il Csm non lo aveva premiato nel suo tentativo di raggiungere la guida della procura di Roma (contro la nomina di Prestipino in prima battuta anche Creazzo aveva tentato il ricorso al Tar, ma il suo era stato l’unico a essere rigettato). Che la strada davanti a Creazzo, che ha oltre 40 anni di servizio, fosse sbarrata, lo aveva detto lui stesso quando nel maggio dell’anno scorso ha presentato richiesta di pensionamento anticipato. Poi ci aveva ripensato, ma nel frattempo era finito sotto procedura disciplinare perché era emerso un episodio di molestie sessuali avvenuto durante un congresso di Unicost, la corrente centrista delle toghe alla quale Creazzo aderisce così come la collega molestata. Che però non lo ha denunciato: se il pg della Cassazione e poi il Csm se ne sono occupati è solo perché la storia è emersa dalle intercettazioni sul telefono di Palamara, l’ex magistrato al centro dello scandalo per le nomine pilotate.

Alla fine per Creazzo la condanna è stata blanda, ha perso solo due mesi di anzianità ma ha fatto ugualmente ricorso in Cassazione. Il suo trasferimento costringe il Csm ad anticipare di qualche mese la scelta del nuovo procuratore di Firenze. Che, tra le altre cose, dovrà continuare a sostenere l’accusa contro Renzi e il «Giglio magico» nel caso Open, se la richiesta di rinvio a giudizio venisse accolta. Il senatore di Rignano – che Creazzo e gli altri pm ha addirittura denunciati per abuso di ufficio – non ha mancato di commentare: «È la dimostrazione che qualcosa in quella procura non funziona».
Oltre al nuovo procuratore di Firenze, questo Csm dovrà occuparsi di insediare diversi capi di importanti uffici di procura. È un Consiglio in scadenza, le elezioni per il prossimo – che il governo spera di fare con le nuove regole che però ancora non ha depositato alla camera per la prima lettura – sono previste a luglio. Prima l’attuale Csm dovrà scegliere il nuovo procuratore di Milano, quello di Palermo, il nuovo capo della direzione nazionale antimafia e il nuovo procuratore generale della Cassazione. Proprio ieri c’è stato il primo tempo per Milano, nomina urgente perché l’ex procuratore Greco ha lasciato l’incarico ormai da più di tre mesi. La commissione incarichi direttivi del Csm si è divisa su tre nomi: due voti ha ricevuto il procuratore generale di Firenze Viola, un voto a testa per il procuratore di Bologna Armato e il procuratore aggiunto di Milano Romanelli. Quest’ultimo è il candidato di Area, la corrente di sinistra, mentre Armato è stato votato da Unicost e Viola dalla corrente di destra Magistratura indipendente e dagli ex davighiani rappresentati da Ardita. Astenuti i due consiglieri laici (M5S e Lega). Probabile che neanche il plenum riuscirà a scegliere in prima battuta, servirebbe la maggioranza assoluta, e si andrà dunque al ballottaggio tra i primi due. E poi, com’è ormai costume, ci sarà un terzo tempo davanti al giudice amministrativo.