Una risoluzione di maggioranza al parlamento europeo ha criticato l’intesa sul «Recovery fund» e ha raffreddato gli entusiasmi dei capi di stato e di governo. Nel testo si denunciano «tagli al sistema sanitario e ai programmi di ricerca, pericolosi nel contesto di una pandemia globale»; «tagli all’educazione, alla trasformazione digitale e all’innovazione che danneggiano il futuro delle prossime generazioni degli europei»: tagli ai programmi che sostengono la «transizione delle regioni dipendenti dal carbone e contrari all’agenda del Green Deal europeo»; »tagli al sistema dell’asilo e del governo delle migrazioni». Oggi i presidenti della Commissione Ue e del Consiglio Europeo, Ursula von der Leyen e Charles Michel, risponderanno alle critiche davanti alla plenaria straordinaria del Parlamento europeo che può bocciare il Quadro Finanziario Pluriennale dell’Unione Europea al quale è collegato il «Recovery Fund». Il bilancio Ue è stato ridotto a 1.074 miliardi di euro, meno di quanto è stato proposto sia dal Parlamento che dalla Commissione. Dovrà essere approvato entro la fine dell’anno.

Sul bilancio europeo «noi vogliamo che si apra un negoziato con il Parlamento Europeo. Vogliamo entrare nel merito di alcuni tagli, che devono essere corretti» ha detto ieri il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli – Vogliamo migliorare la proposta, concentrandoci sul dare risposte a dei tagli che sono ingiustificabili. Se vogliamo scommettere sui giovani, non possiamo tagliare sulla ricerca e sull’Erasmus. Se c’è la necessità di gestire le migrazioni e asilo non possiamo tagliare fondi per l’asilo».

Già nelle ore dell’intesa i sei negoziatori del parlamento europeo avevano lanciato un chiaro avvertimento. «Il parlamento non può accettare la riduzione del volume finanziario complessivo poiché significa rinunciare agli obiettivi a lungo termine e all’autonomia strategica della Ue, mentre i cittadini chiedono di più».

I capi di stato hanno deciso di ridurre in maniera significativa alcuni programmi chiave per raggiungere gli obiettiviche loro stessi dicono di volere perseguire nell’ambito del piano «Next Generation Eu» che hanno comunque sottoscritto. I parlamentari europei della maggioranza chiedono un impegno a garantire miglioramenti, come importi più elevati, su programmi orientati al futuro come Horizon, InvestEU, LIFE, Erasmus +. «E se le nostre condizioni non saranno sufficientemente soddisfatte, adotteremo i programmi sulla base dell’attuale bilancio, come previsto dal Trattato».

Il problema principale sollevato da questa dura mozione è quello del finanziamento delle risorse. Per trovarle ci sono tre strade: tagli ai programmi con valore aggiunto fino al 2058;, aumentare i contributi degli Stati membri o creare nuove risorse proprie. Solo quest’ultima soluzione, ad avviso della risoluzione, può «aiutare a ripagare il debito salvando il bilancio della Ue e alleviando la pressione sui Tesori nazionali e sui cittadini europei». Per il Parlamento «la creazione di nuove risorse proprie è l’unico metodo di rimborso accettabile». Critiche anche alle misure sullo stato di diritto in polemica con l’ungherese Orban: il Consiglio Ue «ha indebolito gli sforzi di Commissione e Parlamento a sostegno dei diritti fondamentali».