Potremmo dire che la vita di Michel Legrand è stata paradossale. Come paradossale è stata la sua infinita presenza come musicista. Oggettivamente Legrand ha legato indissolubilmente la sua esistenza al suo essere musicista, creando una sorta di contraddizione in termini poiché gran parte del suo essere Legrand era legato a una idea di essere musicista. Michel Legrand è noto per il suo ruolo di compositore legato al cinema. Ma paradossalmente appunto non è questo che lo ha reso Legrand. Egli era soprattutto un pianista, pianista di rara fattura che sapeva distillare come un alchimista il suo suonare. Aveva in sé la forza di un non vedente e la dinamica di un centometrista. Il suo garbo di pianista rimane unico ed era per questo riconoscibile sia che suonasse jazz sia che suonasse il suo amato Erik Satie. Ed è proprio in questo compositore, che fu anch’esso un paradosso in vita, che Legrand prende il senso del suo essere musicista.
Michel Legrand nasce a Parigi il 24 febbraio 1932. Eredita dalla sua famiglia la vocazione musicale grazie al padre Raymond , compositore alunno di Gabriel Fauré e dalla mamma, sorella del direttore d’orchestra Jacques Helian. È indispensabile quindi il suo studio presso il Conservatorio di Parigi nel quale entrò come pianista e ne uscì compositore dopo aver studiato con la geniale Nadia Boulanger (ricordiamo fra i suoi alunni Aaron Copland e Astor Piazzolla) . La vera passione di Legrand è il pianoforte e la esercita iniziando a suonare nei locali notturni dove per ovvi motivi non poteva proporre musica classica. Pertanto si indirizzò al jazz che divenne il suo amore di consumo. E non solo, pur di esercitare il suo essere pianista e musicista si dedica con passione al varieté collaborando con Henry Salvador, Zizi Jeanmarie, Maurice Chevalier. È con Jacqueline Francois che Legrand apre la strada delle incisioni discografiche che saranno così importanti e numerose nella sua vita. Lei era una star, lui un giovane pianista con grandi speranze; l’ellepì che realizzarono fu quasi profetico: April in Paris (1956) ebbe un certo successo tanto da essere stampato dalla Columbia dal Canada al Brasile (in parte il successo si doveva anche alla presenza di Paul Durand un veterano della canzone).

SOGNO AMERICANO
Ma Legrand ha bisogno di dimostrare quello che sa. Per lui la musica è il mondo intero e quello che riesce ad esternare deve avere anche una collocazione precisa come lo scrivere per immagini, lo scrivere per il cinema, medium perfetto per quella sua personalità così profonda e sincera. Nel 1963 firma la sua colonna sonora americana, la prima di molte, Love Is a Ball (Philips); ma è Les Parapluies de Cherbourg di Jacques Demy (1964, Philips) che gli permette di arrivare alla fama grazie al grande successo di uno dei musical francesi più famosi e meglio riusciti. Segue Les Demoiselles de Rochefort (1967, Philips) che lo fa sbarcare tranquillo negli Stati Uniti dove subito dopo realizza lo score per A Matter for Innocence (1967, Decca).Segue la colonna sonora che scriverà per How to Save a Marriage (1968, Columbia), Ice Station Zebra (1968, Mgm) ma il grande colpo Legrand lo mette a segno con le musiche per The Thomas Crown Affair (1968, UA). Il film, che diventerà un classico, per Legrand è il volano per la grandissima popolarità grazie alla canzone The Windmills of Your Mind lanciata nel film da Noel Harrison che diventa subito un evergreen grazie anche a una incisone orchestrale di Henry Mancini e alla versione che ne fece lo stesso autore. È oggi uno dei brani preferiti dai jazzisti e non solo tanto che Enzo Jannacci la incise nel cd Come gli aereoplani (con il titolo I mulini dei ricordi).

FIOCCANO PREMI
Legrand è così consacrato a grande compositore e riconosciuto dalla comunità americanaal punto da vincere l’Oscar proprio per la predetta canzone. Lasciare la sua Parigi per vivere a Los Angeles, dove strinse amicizia con Henry Mancini (da cui il tributo) e Quincy Jones (anch’egli alunno della Boulagner), entrambi Re Mida della produzione musicale, fu alla base della sua fortuna. Fra le leggende metropolitane del cinema si narra che il successo del film di Norma Jewison lo si debba proprio al fatto che Legrand compose le musiche senza vedere il film e che servirono al regista per montare The Thomas Crown Affair, nato quindi con una insolita combinazione fra ritmo e suggestioni musicali. In questo caso Legrand, da buon europeo, sfruttò l’effetto sorpresa, stravolgendo le regole del cinema americano che prevedevano che le musiche di un film dovessero essere composte prima del montaggio. Da lì ancora un grande successo e un ulteriore Oscar con il tema e le musiche per il film Summer of ’42 (1971)di Robert Mulligan. La canzone The Summer Knows fu incisa e lanciata da Barbra Streisand, con la quale Legrand strinse una forte amicizia che gli varrà la scrittura di uno dei suoi film più belli Yentl (1984) diretto e interpretatodalla stessa cantante. Vinse il suo terzo Oscar per l’intera partitura. Grazie al successo in terra americana, Legrand lavorò molto anche per il cinema francese scrivendo le partiture di film come La piscine (1969)di Jacques Deray, Peau d’ane (1970)di Jacques Demy, Bolero (1981) di Claude Lelouche. Scrisse inoltre le musiche per The Tree Musketeers (1973) di Richard Lester, Breezy (1973)di Clint Eastwood, Never Say never Again di Irvin Keshner (1983) (lo 007 spurio con Sean Connery in gran forma), Pret a porter (1994)di Robert Altman, The Go-Between (1971) di Joseph Losey, Atlantic City (1980) di Louis Malle.

JAZZ E ORCHESTRA
Sul fronte orchestrale Legrand incise tantissimi lp fra i quali ricordiamo I Love Paris (1954, Columbia), Rendez- vous a Paris (1962, Philips), Archi-Cordes(1964, Philips, uno degli album più belli), Themes & Variation (1972, Bells). Nel 1979 arriva ad incidere un album con le sue musiche a capo della London Symphony Orchestra (Cbs) in cui vengono incluse una suite da Cherbourg e un concerto per 2 pianoforti e orchestra. Due anni dopo per la Wea incide uno dei suoi capolavori orchestrali. Nel frattempo incide le musiche per una delle tante serie di Lady Oscar (il film) e nel 1991 riesce ad arrivare ad una punta essenziale della sua vita, Dingo, la soundtrack dell’omonimo filmche realizza con Miles Davis (Wb). Incide poi album con Stephan Grappelli (1992, Verve), Kiri Te Kanawa (1992, Teldec), Maurice André (1992, Emi), Natalie Dessay (2013/2017, Erato). Per la Sony incide un cd con il Concerto per pianoforte e orchestra e il Concerto per violoncello e orchestra con l’Orchestra di Radio France poco prima della sua morte. È per lui il maggior tributo relativo al paradosso Legrand. Essere riconosciuto come un musicista e un pianista di formazione classica. Compositore soprattutto. E lo aveva dimostrato ancora quando nel 2013 l’Opera de Nice gli aveva commissionato l’opera lirica Dreyfus. Ma si sa per alcuni non è facile essere ma apparire e in tante cose Legrand è apparso come sempre, un magnifico artista di rara bellezza.
La sua vita terrena finisce il 26 gennaio scorso a Neuilly Sur Seine. Molto materiale rimane inedito o rinvenibile su lp, mentre l’Universal ha recentemente messo in commercio Les moulins de son coeurs, un cofanetto di 20 cd, mentre l’etichetta Not ha raccolto in 2 cd The Best of Michel Legrand una piccola parte della produzione orchestrale.