Il Papa a Pannella: «Ti aiuterò sui carcerati». Ma non sull’antiproibizionismo
Amnistia Bergoglio telefona al leader dei Radicali
Amnistia Bergoglio telefona al leader dei Radicali
Jorge Maria Bergoglio non è certo un antiproibizionista. Quasi un anno fa, ai giovani giunti da tutto il mondo per ascoltarlo lo disse chiaramente: «Il narcotraffico non si combatte con la droga libera». E sulla giustizia (degli uomini) non ha nemmeno la vi
Cosa si siano detti per venti minuti i due anziani leader dalle opposte visioni del mondo non è dato saperlo, ma il tratto di conversazione diffusa da Radio Radicale sottolinea l’esortazione del Papa: «Ma sia coraggioso, Eh!!! Anche io l’aiuterò, contro questa ingiustizia…». Risponde Marco Pannella: «A favore della giustizia, Santità». Bergoglio promette un coinvolgimento diretto: «Io ne parlerò di questo problema, ne parlerò dei carcerati…». E Pannella, dopo aver ricordato l’impegno di Papa Wojtyla in favore dei reclusi, insiste: «Sì Santità! C’è una parola chiave…». Amnistia, vorrebbe dire, ma forse nemmeno la pronuncia. A chi gli chiede se di questo hanno parlato durante la telefonata giunta proprio nel giorno in cui i cattolici festeggiano San Marco, il vecchio abruzzese (84 anni tra pochi giorni, il 2 maggio) risponde: «Non posso dire di sì ma neanche di no».
E così ora è noto urbi et orbi che la situazione delle carceri italiane è «inaccettabile», tanto che «dovrebbe essere giudicata dal Tribunale di Norimberga», come aveva detto Pannella, sigaro in bocca, durante la conferenza stampa tenuta giovedì al Gemelli, appena 48 ore dopo l’intervento con cui i medici gli hanno asportato un’aneurisma all’aorta. Solo che la soluzione è tutta politica. E, amnistia a parte, passa anche – soprattutto – nell’Aula di Montecitorio, dove lunedì forse il governo potrebbe decidere di porre la fiducia sul decreto Lorenzin sulle droghe, quello che, per usare le parole del deputato di Sel, Daniele Farina, se poteva essere una «tragedia per fortuna evitata», è sicuramente però «un’occasione mancata». L’occasione di seguire le orme di Obama e mettere fine alla war on drugs che ha riempito le carceri, in Italia come negli States.
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