Foligno, il padre del bimbo: «È stato un gesto razzista»
Foligno Sospeso l’insegnante che ha umiliato l’alunno di origine nigeriana: «È tutto un equivoco»
Foligno Sospeso l’insegnante che ha umiliato l’alunno di origine nigeriana: «È tutto un equivoco»
Ieri mattina Mike e sua sorella erano presenti tra i banchi della scuola di via Monte Corvino, a Foligno. Non c’era il maestro Mauro Bocci, che nei giorni scorsi ha umiliato entrambi davanti ai compagni, mettendoli in punizione con la faccia rivolta alla finestra e insultandoli per il colore della loro pelle. Bocci è stato sospeso in via cautelativa, mentre è in atto un’indagine amministrativa interna alla scuola e i genitori dei ragazzi hanno presentato un esposto in procura.
Mike è un nome di fantasia. Ha dieci anni, è nato in Italia da genitori nigeriani, frequenta la quinta e non ha mai avuto problemi di alcun genere a scuola, così come sua sorella. Quando due settimane fa è tornato a casa ha subito detto a sua madre Favour quello che era successo, aggiungendo che avrebbe voluto cambiare scuola.
«ALTRO CHE ESPERIMENTO sociale – dice Odigie, il papà -, quello è razzismo». E ancora: «Non puoi fare una cosa del genere con un bambino davanti alla classe, se vuoi fare un esperimento prima devi chiederlo alla scuola». Odigie ha raccontato anche cosa gli ha detto la figlia, che pure si sentiva trattata male dal supplente: «Le ha detto che è così brutta che poteva pure chiamarla scimmia».
Bocci è un precario, ha un contratto con la scuola elementare di via Monte Corvino che scadrà a giugno e il fatto è avvenuto durante la lezione alternativa all’ora di religione. Giovedì sera è stato raggiunto da Porta a Porta e ha difeso il proprio operato. «È un equivoco – ha detto -, stavamo parlando di Shoah e integrazione e volevo suscitare una reazione positiva nei ragazzi. Comunque li avevo avvertiti prima di cominciare».
L’avvocato Silvia Tomassoni sta seguendo la famiglia di Mike in questa vicenda e parla di persone «scosse» per quello che è accaduto. «Non sappiamo cosa sia passato nella testa di questo insegnante – aggiunge -, ma di certo un esperimento di questo genere non si fa». Da qui la decisione di denunciare tutto in procura.
IL CASO È SCOPPIATO con 14 giorni di ritardo rispetto ai fatti, il che vuol dire che per due settimane praticamente nessuno si è interessato alla vicenda. Certo, le voci giravano tra i genitori di Foligno, ma nessuno aveva trovato la forza e il coraggio di esporsi. È servito un post su Facebook – poi cancellato – perché le cose si cominciassero a muovere. E adesso la dirigente scolastica Ortenzia Marconi sembra quasi infastidita dal risalto mediatico di questa storia. «Non voglio dire nulla per non inficiare sulle indagini interne che stiamo svolgendo – dice -, purtroppo la questione è esplosa sui social network, che io non frequento, e questo è un fatto grave».
IL MONDO POLITICO, intanto, condanna in maniera pressoché unanime i comportamenti del maestro Bocci. Il ministro dell’Istruzione Bussetti quasi si vanta del fatto che l’insegnante sia stato sospeso dopo il suo intervento, mentre l’ex premier Matteo Renzi chiede il licenziamento immediato di Bocci. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, da più parti accusato di incentivare comportamenti razzisti con le sue uscite quotidiane, solidarizza con il piccolo Mike e respinge ogni addebito. «Dire che sia sempre colpa mia fa ridere i quattro angoli del mondo», ha detto durante un’ospitata a Mattino Cinque.
A Foligno la situazione appare sospesa, e come al solito la provincia italiana vive con fastidio l’accensione dei riflettori dei media e della politica. Da una parte ci sono le istituzioni scolastiche che continuano a mantenere il silenzio, dall’altra ci sono il biasimo generale per il maestro Bocci e gli attestati di vicinanza al ragazzino insultato.
LA SETTIMANA PROSSIMA il sindaco Nando Mismetti (Pd) incontrerà i genitori degli alunni della classe di Mike. «Siamo sconvolti e feriti – ha dichiarato -. Ma non si creda che a Foligno ci sia un allarme razzismo: questa è una comunità accogliente, in cui non sono mai stati riscontrati episodi simili. Le nostre scuole sono impegnate in progetti di integrazione, e l’istituto Monte Cervino, dove è avvenuto il fattaccio, è uno dei 17 che, in Umbria, hanno aderito a piani di integrazione per le famiglie di stranieri».
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