Tutto si può dire della Reale accademia delle scienze di Svezia e dei criteri con cui ogni anno sceglie gli scienziati a cui attribuire gli ambiti premi Nobel. Di certo, tuttavia, essa non è stata contagiata dalla diffusa ossessione dell’immateriale e continua, per così dire, a mostrare una vera e propria passione per l’hardware. Ieri, non a caso, il riconoscimento per la fisica è andato a tre ricercatori giapponesi – Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura, quest’ultimo cittadino statunitense – «per l’invenzione di efficienti diodi capaci di emettere luce blu, che ha permesso la realizzazione di brillanti sorgenti luminose...