Con 3 voti a favore e 2 contrari, lo Stato del Nebraska ha concesso a TransCanada il via libera alla costruzione del contestatissimo oleodotto Keystone XL, il cui scopo è  far arrivare alle raffinerie del Texas il petrolio estratto dalle sabbie bituminose nella provincia canadese dell’Alberta.

La Nebraska public service commission (Npsc) ha emesso un verdetto positivo nonostante solo pochi giorni fa ci sia stato nel confinante South Dakota uno sversamento di 6.600 tonnellate di greggio, provocato da una falla nella Keystone. Ma ha bocciato il percorso dell’oleodotto proposto da TransCanada, fermando de facto la sua costruzione.

Keystone XL in realtà era già in possesso delle autorizzazioni ambientali necessarie, concesse da Trump che, appena eletto presidente, aveva annullato il divieto di costruire la pipeline approvato a fine mandato da Barack Obama.

Alla Nspc era stato dunque tolto il potere di valutare i rischi di sversamenti: doveva limitarsi a giudicare se il tracciato proposto dalla multinazionale petrolifera canadese corrispondeva o meno agli interessi del Nebraska.

Alla luce di ciò non sorprende la decisione finale della commissione, che ha dirottato il percorso previsto a favore di una rotta a circa 30 km a est della linea preferita da TransCanada, che deve ora ricominciare da capo il percorso burocratico delle autorizzazioni.

La pipeline da 8 miliardi di dollari sarà mai costruita? L’introduzione di un percorso alternativo apre la porta a un’altra serie di sfide legali e normative che potrebbero impantanare il gasdotto nel purgatorio della pre-costruzione.

«È un’enorme vittoria – ha detto Brian Jorde, avvocato di Omaha, Nebraska, che ha rappresentato 100 proprietari terrieri che si sono rifiutati di firmare contratti di affitto per consentire al gasdotto di attraversare le loro proprietà – La commissione ha inviato TransCanada su una nuova, lunga e tortuosa strada di appelli per costruire questo oleodotto».

Il senatore del Nebraska, Jim Smith, un repubblicano che ha fortemente sostenuto il progetto, è allo stesso modo scettico riguardo alle rosee prospettive del Keystone XL: «Ciò crea incertezza inutile. Peccato», ha twittato dopo il voto.

Al Canada al momento non resta che incassare: «Condurremo un’attenta revisione della sentenza della commissione», ha dichiarato a denti stretti Russ Girling, presidente di TransCanada.