Solo a due personaggi come Sandro Giovannini e Pietro Garinei poteva venire in mente di costruire a Roma il tempio del musical, certo tutto italiano ma frutto di una attenta ricerca che negli anni aveva portato alla definizione di quella che oggi chiamiamo commedia musicale. In effetti il termine non rende giustizia al prodotto creato dai due poiché, se la matrice è certamente quella del musical di Broadway, il risultato è però qualcosa di completamente diverso e sicuramente unico. Come unici sono i protagonisti di una storia che iniziata durante la guerra è andata avanti fin quando la coppia ha avuto modo di operare. Morto Giovannini, Garinei ha continuato a portare avanti il sogno. Con Aggiungi un posto a tavola si conclude una parabola e se ne apre un’altra. Diversa certamente ma altrettanto importante. Il Teatro Sistina di Roma è ancora oggi che non c’è più neanche Garinei, il luogo di quel sogno magnifico, della commedia musicale. Il desiderio realizzato di un farmacista e un avvocato che pensarono di poter far nascere dalla rivista il grande spettacolo fatto di musica, recitazione e danza. Per non parlare delle scene maestose e perfette. Ma in tutto questo c’è un momento in cui la forza creativa di Garinei e Giovannini trova il punto d’arrivo e di partenza, ossia quando pensano che anche un grande attore come Marcello Mastroianni potesse essere il protagonista di un vero e proprio capolavoro. Ed è con Ciao, Rudy che tutto ciò accade. Complice oltre ai due, anche un compositore come Armando Trovajoli che ha la genialità di scrivere fra musiche e canzoni, una partitura ricchissima e irripetibile. Neanche per Aggiungi un posto a tavola succederà quello che successe in Ciao, Rudy. Perché Trovajoli provava per Mastroianni un bene incondizionato e lo profonde nelle sue musiche. In tutti i sensi.

RUGANTINO NEGLI USA
Garinei e Giovannini riescono finalmente a portare in America Rugantino. Nella primavera del 1964 arrivano a Broadway con un cast incredibile, capitanato da Nino Manfredi che ha al suo seguito personaggi come Bice Valori, Aldo Fabrizi che per l’occasione, riempie la valigia delle sue leccornie preferite, convinto giustamente che lì, in America non potrà degustare i propri sapori. Il successo è enorme, al Teatro Mark Hellinger per tre settimane si registra il tutto esaurito. Ed è fra le strade di Broadway che G&G immaginano una storia americana di un italiano d’eccezione: Rodolfo Valentino. Stando lì prendono contatti con la casa cinematografica, con quelli che avevano conosciuto Rudy e tornati a Roma si rendono conto che la storia è forte, importante, insomma può essere un successo. Ma chi può essere così maliardo e incantatore da interpretare il ruolo di Valentino? Certo non fecero come Fellini che per il principe dei seduttori, Giacomo Casanova, affiderà il ruolo a un americano poco bello come Donald Sutherland, no loro pensano al meglio e rubano proprio al regista riminese l’attore feticcio, l’alter ego, Marcello Mastroianni. La trattativa non è facile, Mastroianni all’inizio non ne vuole sapere perché pensa che un ruolo del genere non rientri nelle sue corde, poi cantare… Forse furono le canzoni e l’affetto di Trovajoli, il quale scrisse almeno tre temi di una bellezza inaudita, ad incoraggiarlo: Questo si chiama amore, Piacere alle donne, Quattro palmi di terra in California. Non ci vuole tanto ad immaginare che per il pubblico italiano vedere Mastroianni che canta nei panni di Rodolfo Valentino è un vero evento. Infatti la sera del 7 gennaio 1966, il Sistina è gremito come non mai e le persone fanno a gara per assistere a una prima che rimarrà negli annali della storia dello spettacolo. Nel cast oltre a Mastroianni, vi troviamo Paola Borboni, Olga Villi, Ilaria Occhini, Giusi Raspani Dandolo, Raffaella Carrà, Paola Pitagora, Tina Lattanzi e Minnie Minoprio. Il testo venne scritto dagli stessi G&G e da Luigi Magni. Scene e costumi di Giu.lio Coltellacci , coreografia di Danny Daniels, orchestra diretta da Bruno Nicolai.

DOCUMENTO VIDEO
Non esiste nessun video del musical e l’unico documento televisivo che ci rimane è una breve partecipazione di Mastroianni a Studio Uno, ma fu proprio grazie ad Antonello Falqui che lui divenne l’interprete di Valentino. Nella narrazione dello stesso attore, vi è il ricordo di aver partecipato a una puntata di Studio Uno in smoking e tuba e aver anche cantato… assieme al cane . Era il 21 marzo 1965. Tanto gli piacque che tornò il 16 marzo dell’anno dopo a «suonare» la tromba in una «fantasia giovanile». Ed è qui che lo troviamo a presentare uno spaccato di Ciao, Rudy sia nel suo numero singolo iniziale, che nel coro che canta Ciao, Rudy dal vivo con uno swing perfetto. E poi il Tango di Rudy e la conclusione ancora con il suo cocker. Ed è così che avendo sperimentato che era «possibile» cantare decise di firmare il contratto e di essere l’insostituibile interprete del musical. Ecco le sue parole: «Fu una cosa molto importante per me, anche se ricevetti delle critiche perché non avevo la voce da cantante, ma non mi lasciai influenzare da questi giudizi. Per me due sono stati i periodi che ricordo con piacere della mia vita da attore: la lavorazione de La dolce vita e quella di Ciao, Rudy. E capii come fosse più difficile essere protagonista di una commedia musicale che fare Shakespeare. C’è un impegno fisico mostruoso. E poi c’è la mia sconfinata ammirazione per i ballerini, uomini e donne. Mi aiutarono molto, mi incoraggiarono. Poi ho avuto tutte grandi attrici, una più brava dell’altra e c’era grande armonia. Forse per merito degli autori, forse per merito mio che non avevo certo l’atteggiamento del divo, avevo molta umiltà proprio perché non era il mio mestiere. Ebbi un camerino che mi fece Coltellacci, l’orchestra in buca e tanto champagne. E la musica, indimenticabile. Per me fu difficile cantare e Trovajoli che è un amico mi aiutò molto». E infatti Trovajoli disse senza riserve che Mastroianni cantava benissimo, che aveva una musicalità come pochi. In seguito Garinei e Giovannini provarono a convincere Mastroianni a proseguire per Milano ma dovette pagare una salatissima penale poiché decise di non continuare e lasciò malinconicamente la compagnia. Ci fu una seconda edizione nel 1972 con un altro speciale attore Alberto Lionello, che da lì partì poi per interpretare un altro grande seduttore come Giacomo Puccini. In scena per le parti swing e dixieland ci fu la band di Lino Patruno. Lo spettacolo rimase in scena per cento serate e ovviamente arrivarono le proposte da Broadway ma il vero ostacolo per Mastroianni fu legato proprio alla sua difficoltà di cantare. E fu un peccato!

FUORI I DISCHI
Fortuna che la Rca capì bene che incidere tutte le canzoni del musical sarebbe stato un successo e infatti uscì l’ellepì con tutto il cast e l’orchestra diretta da Trovajoli. Numerosi 45 giri fra cui citiamo quello contente Questo si chiama amore/Quattro palmi e l’ep per la Spagna. Anche Trovajoli incise un intero lp così come la versione con Lionello, apparsa in un lp Rca. Carlo Loffredo sempre per la Rca incise un 45 giri con Ciao, Rudy/Il mio nome. Citiamo anche una cover quella di Edoardo Lucchina e la sua orchestra che incise un 45 giri con il Tango e con Piaceva alle donne. La Bmg ha ristampato in cd tutta la versione con Mastroianni. Infine esiste anche la sceneggiatura originale che fu stampata da Cappelli nella collezione di quelle cinematografiche nel 1965.