Se la strada per il governo è lastricata di voti cattolici, Beppe Grillo parla con Avvenire e disegna un Movimento 5 Stelle autosufficiente, agnostico sui diritti civili e sovranista. L’intervista rilasciata ieri dal leader di quello che per i sondaggi è ormai il primo partito italiano al giornale dei vescovi italiani non è affatto un dialogo di circostanza, dettato da questioni contingenti. Appare piuttosto come un confronto di prospettiva, di quelli che fino ad oggi Grillo aveva concesso soltanto alla stampa estera. Infatti il quotidiano della Cei annuncia con orgoglio: «Il gran capo del Movimento 5 Stelle oggi vuole provare a dire qualcosa che non può, e non vuole, dire solo con un tweet».

La fine dei partiti di ispirazione novecentesca più che le disquisizioni dottrinali ha reso obsoleto il dibattito circa la necessità di un partito dei cattolici in politica. Nella nuova era, i vescovi cercano di muoversi nello scenario liquido dell’offerta elettorale. Magari di tuffarsi nel mare di consensi del M5S. Dall’altro lato, il colloquio conferma la strategia di Grillo: utilizzare il frame «alto contro basso» in maniera peculiare, cioè piazzandosi al centro dello schieramento politico per raccogliere consensi trasversali al tempo stesso di destra e di sinistra. Per farlo, l’attore che interpretò un bizzarro profeta diretto da Luigi Comencini in Cercasi Gesù, deve misurarsi con l’elettorato cattolico. Dapprima smentisce quanto nei mesi scorsi si andava sussurrando: per prepararsi alla prova del governo i grillini parevano intenzionati a pescare oltre il recinto del M5S. Ora invece Grillo disegna un M5S autosufficiente: «Non esistono energie esterne al Movimento, noi siamo compenetrati con qualunque espressione non-criminale e non-politica che non sia legata al ’vecchio ordine’ del nostro Paese». Non c’è un «fuori» dal M5S, è il sillogismo, perché chi non vi aderisce è compromesso, corrotto, inservibile.

Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio descrive al Corriere della Sera le sintonie tra M5S e mondo cattolico («Nei tre quarti dei casi abbiamo la stessa sensibilità») suscitando le gelosie di Gianfranco Rotondi, forzitaliota dal pedigree democristiano, che scrive su Twitter: «Scambia il M5S per la Dc e Grillo per Moro. Come quando finiva la carne e il vescovo serviva il pesce dicendo ’Io ti battezzo carne’».

Venerdì scorso, la sindaca di Roma Virginia Raggi ha parlato con papa Bergoglio a margine della Via Crucis . Ma il grande ostacolo al dialogo con l’elettorato cattolico potrebbe arrivare dalle cosiddette «questioni etiche». Quando si trattò di votare le unioni civili, i grillini si sfilarono in zona Cesarini e il blog annunciò in fretta e furia che «le sensibilità degli elettori, degli iscritti e dei portavoce Movimento 5 Stelle sono varie per questioni di coscienza». Tra gli eletti a 5 Stelle non manca una minoranza che, in linea con le tesi del pubblicista rossobruno Diego Fusaro, considera la famiglia tradizionale un baluardo al dilagare del liberismo al pari della nazione.

Tuttavia, come emerge in questo periodo per la legge sul testamento biologico e come avviene in diverse amministrazioni locali a proposito dei finanziamenti alle scuole cattoliche, mediamente gli eletti grillini paiono aperti ai diritti civili e per uno stato laico. Interrogato sul tema, Grillo evita di citare l’esoterico Casaleggio ma se la cava lo stesso descrivendo ad Avvenire un M5S che si distingue per il sistema operativo più che sul merito delle questioni. «Il Movimento 5 Stelle è post-ideologico – spiega – Non siamo qui a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato per e su ogni argomento. Per noi è fondamentale l’autodeterminazione, intesa come la possibilità data ai cittadini di essere cittadini». Sul concetto di «autodeterminazione», il leader specifica: «Il Movimento si è semplicemente impegnato a restituire il Paese in mano alla gente. Per questo non può essere connotato ideologicamente neppure su questioni definite etiche».

Su Putin e Trump, le simpatie per dazi e i muri contro i migranti, Grillo mette il libero mercato e la libera circolazione delle persone nello stesso calderone: l’obiettivo sono «i flussi di denaro, le transazioni finanziarie, i flussi migratori».