Un nuovo gesto di guerriglia dentro la Rete. Lo ha compiuto un gruppo che si firma CyberCaliffato che ha sferrato un attaco, durato alcune ore, contro i siti Internet dell’emittente francese Tv5Monde. Un atto che segnala come lo «Stato islamico» abbia deciso di portare l’attacco al medium simbolo dell’infedele Occidente. Per ore, i siti hanno alternato frasi a favore dello Stato islamico, scritte che hanno fatto il verso a «Je Suis Charlie», sostituite con un programmatico «Je suIS IS», invettive contro il presidente Hollande.

Niente di nuovo, direbbe un osservatore attento della vita in Rete. Sono anni che Internet è il luogo dove avvengono azioni di «disturbo» contro home page ritenute avverse o nemiche. Ma questa volta c’è un elemento che differenzia l’azione del CyberCaliffato, sempre che venga confermata, da altre analoghe, che hanno visto come terreno di conflitto di siriani pro e antiAssad; oppure di hacker palestinesi e hacker israeliani, solo per citare temi che occupano, tragicamente, la scena pubblica mondiale.

La novità è che gli hacker dell’Isis si autorappresentano come rappresentanti di uno stato teorizzato come entità politica «universale» e non territoriale. L’obiettivo scelto esprime una strategia l’anomalia di una organizzazione politica-militare che pretende di fondare la sua legittimità nell’essere appunto non legata a uno stato-nazionale, ma a una idea che trascende la costituzione materiale dei rapporti tra stati. E la Rete è il luogo ideale per veicolare questa dimensione «universale», perché Internet è nata e si è sviluppata proprio come medium globale, se con Rete si intende l’avvenuta fusione tra computer, telecomunicazioni e tv che danno vita a una infosfera dove uomini e donne dimorano senza soluzione di continuità. La scelta dell’Isis segnala dunque uno scarto, un elemento di discontinuità nella guerriglia in Rete.

L’unico precedente, anche se di segno radicalmente diverso, è la galassia di Anonymous. Ma in questo caso, i gruppi hacker legati dalla condivisione di una attitudine libertaria pensano globalmente e agiscono localmente per affermare tematiche, punti di vista, movimenti sociali che vedono nello Stato un’entità avversa. Il CyberCaliffato, invece, pensa globalmente e agisce localmente come un reparto di combattimento di uno Stato globale in divenire. Due modi di essere che sono già entrati in rotta di collisione proprio nei giorni successivi all’attacco terrorista contro Charlie Hebdo.
È in quei giorni, infatti, che Anonymous ha annunciato che avrebbe attaccato i siti legati al fondamentalismo islamico dell’Isis. Azioni che sono state compiute con tanto di pubblicazione in Rete di nomi, cognomi di gestori, finanziatori dei siti colpiti. È stata la prima volta che un gruppi hacker raccolti sotto il brand di Anonymous hanno messo in comune competenze e abilità informatiche per colpire le truppe e i militanti di uno Stato che ancora non c’è e che ha però una simile vocazione globale.

L’attacco ai siti della rete televisiva Tv5Monde può sembrare la riproposizione di modalità di azione già viste, ma segnala la capacità dell’Isis di poter continuare a pensare globalmente e agire localmente, in nome di una concezione gerarchica dei rapporti tra uomini che ha la sua forza in una visione trascendente e teologica della vita sociale. Può sembrare poca cosa rispetto a quando si esce dallo schermo e si posa lo sguardo sul sangue che scorre in Siria, Nigeria, Libia, Iraq. Sarebbe però un errore, però, perché tra quanto avviene dentro e fuori lo schermo c’è un legame consolidato. Quanto avviene in Rete riflette cioè che accade per le strade. Da qui la decisione dell’Isis di portare il conflitto dentro quel medium universale che è la Rete.