Al posto di un mare di ghiaccio, ora c’è un deserto di sassi e rocce. I ghiacciai sono i custodi della storia della Terra con il loro scioglimento rischiamo di perderla. Ecco perché Legambiente, con il supporto del Comitato Glaciologico Italiano, ha deciso di organizzare la prima edizione della Carovana dei ghiacciai. Gli obiettivi della campagna itinerante sono monitorare i ghiacciai alpini minacciati dall’emergenza climatica e sensibilizzare le persone sugli effetti del surriscaldamento. Inaugurata il 17 agosto, la Carovana proseguirà fino al 4 settembre.

Sempre più fragili, i ghiacciai si riducono di anno in anno fino a rischiare di scomparire. Dal 1850 ad oggi nell’ambiente glaciale alpino l’aumento delle temperature medie è stato di circa 2 gradi centigradi, il doppio rispetto alla media globale. Il settore alpino occidentale (Piemontese-Valdostano), quello delle cime più elevate, vive un generalizzato arretramento delle fronti glaciali, con un valore medio – registrato nel 2019 – di dieci metri in meno rispetto all’anno precedente. Situazione non buona anche per il settore alpino centrale e in quello orientale, dove molti ghiacciai sono al limite della loro sopravvivenza.
Sono undici i ghiacciai attraversati dalla Carovana: quello del Miage in Valle d’Aosta, i quattro ghiacciai del Monte Rosa in Piemonte più uno valdostano, i ghiacciai Forni e Sforzellina in Lombardia, quello della Marmolada in Veneto-Trentino Alto Adige, di Fradusta in Trentino Alto Adige e del Montasio occidentale in Friuli Venezia Giulia.

Nel corso di ogni tappa, Legambiente, insieme al Comitato Glaciologico Italiano, realizza dei monitoraggi scientifici ad alta quota per osservare le variazioni storiche dei ghiacciai e per monitorare le trasformazioni glaciali, seguendo il modello delle storiche campagne glaciologiche che il Comitato svolge annualmente da oltre un secolo. L’iniziativa prevede, inoltre, incontri con esperti, escursioni, concerti e mostre rivolti al pubblico per conoscere e tutelare il territorio montano.

I primi risultati dei monitoraggi confermano le preoccupazioni. La superficie del Miage sprofonda di quasi un metro l’anno, la falesia di ghiaccio è arretrata di quasi 10 metri. «Alcune decine di anni fa era di colore bianco e ora è diventato nero a causa dell’enorme accumulo di detriti. Il Miage forse non scomparirà così velocemente come altri, ma le modifiche che sta subendo a vista d’occhio sono sconvolgenti tanto da renderlo irriconoscibile rispetto a quel che era fino a poco tempo fa. I ghiacciai sono termometri sensibili del cambiamento climatico in atto e il loro attuale stato di salute ci segnala l’urgenza di politiche efficaci contro l’emergenza climatica», ha sottolineato Vanda Bonardo, responsabile Legambiente Alpi. Per quanto riguarda i ghiacciai Indren, Bors, Locce, Piode e Sesia-Vigne sul Monte Rosa (il primo sul versante valdostano, gli altri quattro su quello piemontese), sono state osservate ovunque forti regressioni della fronte glaciale e frammentazione delle superfici.