Sirene spiegate e controlli serrati nelle campagne di Mantova, Modena, Latina, Caserta e Foggia. Il servizio congiunto di vigilanza straordinaria – effettuato dai carabinieri per la tutela del lavoro, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale – ha fatto emergere un quadro in cui, nelle cinque province ispezionate, su 109 aziende agricole ben 62 presentavano irregolarità (56,9%). Per quanto concerne i lavoratori, su 505 controllati 236 i risultati irregolari (46,7%).

Il blitz ha evidenziato come, dopo la tragica morte di Satnam Singh nell’Agro Pontino dello scorso 19 giugno, in tutte le cinque province di riferimento alcuni imprenditori abbiano assunto, a decorrere dalla fine del primo mese estivo, 143 lavoratori con contratti di lavoro stagionale fino al 31 agosto 2024. Quanto succederà dopo quella data non è dato a sapere.

L’atto, nello specifico, ha interessato 73 lavoratori sui 130 controllati (56%) nella provincia di Latina; 14 su 57, (24%), nella provincia di Mantova; 22 braccianti su un totale di 124 (18%) nella provincia di Modena; e infine, nel meridione, il fenomeno ha interessato 21 lavoratori su 119 (18%) nella provincia di Foggia e 14 lavoratori su 75 (18%) nel Casertano.

Ma si può parlare effettivamente di blitz? Nel decreto legge agricoltura emanato lo scorso 12 luglio, era messa per iscritto l’istituzione di una «banca dati interoperante tra Inps e Agea (ente di diritto pubblico sottoposto alla vigilanza del ministero dell’Agricoltura) al servizio di tutte le istituzioni, per sviluppare una strategia congiunta di contrasto al caporalato. La collaborazione tra Agea e Inps, ministero del Lavoro e forze dell’ordine, partirà subito con una sinergia sul campo: Agea avrà un ruolo operativo e fondamentale, perché dovrà mappare serre, baraccopoli e allevamenti». Gli interventi, più che cogliere di sorpresa caporali e imprenditori senza scrupoli, erano preannunciati.

Dei parametri di mappatura utilizzati dalla piattaforma, poi, che secondo quanto riporta Inps «prevede l’utilizzo di algoritmi per rappresentare elementi di rischio relazionati alla lotta al caporalato», sfuggono alcuni criteri. Nell’Agro Pontino sono state controllate solo 34 aziende – di cui 14 risultate irregolari e 3 sospese – su circa 10mila totali. Nella provincia di Mantova 11 – di cui 8 risultate irregolari e 3 sospese – su circa 8mila complessive. Nel modenese 28 le aziende ispezionate – di cui 14 risultate irregolari e 5 sospese – su circa 10mila registrate totali. Nel casertano 20 aziende – di cui 16 risultate irregolari e 11 sospese – su circa 23mila totali. Nella provincia di Foggia controllate 16 aziende – di cui 10 risultate irregolari e 5 sospese – su circa 24mila totali.

Giuseppe Fava, presidente Inps, si è detto «soddisfatto dei risultati conseguiti nell’operazione contro il caporalato, ottenuto attraverso un importante lavoro di intelligence con l’impiego di metodologie di estrazione di dati innovative, a conferma che nel contrasto all’illegalità è fondamentale la collaborazione tra istituzioni».

Tuttavia, la stima dell’indotto agricolo totale sui territori interessati – proveniente dalle rispettive camere di commercio e dai report regionali delle province – rischia di attestare la presenza di un mondo, o meglio di un’intera galassia, sommersa. I numeri delle operazioni di controllo non raccontano i lavoratori invisibili e i diritti calpestati.