La mostra dal titolo «Gli anni del Male – 1978/1982» (curata da Angelo Pasquini, Mario Canale, Giovanna Caronia Carlo Zaccagnini, con i suggerimenti da lontano di Vincino Gallo) sarà ospitata a Roma da We Gil dal 25 ottobre 2019 al 7 Gennaio 2020.
Sono passati quarant’anni da quando un piccolo gruppo di autori ha dato vita, in un febbrile e entusiasmante periodo di lavoro creativo, a quello che è stato il più famoso settimanale satirico italiano della seconda metà del Novecento, Il Male.
Il Male ha avuto una breve durata, dal 1978 alla metà del 1982, ma la sua influenza è stata enorme e a lungo termine, non solo sulla satira che ne è seguita, ma anche sul linguaggio giornalistico, pubblicitario, televisivo. Su quell’esperienza si è scritto poco: finora il resoconto più ampio, anche se necessariamente incompleto, è nel libro di Vincino Il Male– I cinque anni che cambiarono la satira del 2007.

In occasione di questo anniversario, una Mostra è la dimensione giusta per raccontare quell’esperienza e far rivivere al pubblico gli aspetti più paradossali, trasgressivi e spettacolari di quella sorta di «mondo parallelo» che ogni settimana nasceva sulle pagine del Male.

Il Male era la quintessenza del giornale cartaceo: coloratissimo, smontabile e rimontabile a seconda degli usi che venivano suggeriti ai lettori e ai giornalai (il più famoso era la metamorfosi in un altro giornale di cui veniva falsificata la testata). Dunque, era un giornale da esposizione, che i giornalai appendevano nelle edicole, e che i lettori mettevano in mostra, anche per far cadere gli amici nella trappola dell’evento falso architettato dalla redazione. Era un giornale da collezione, che si conservava gelosamente, e che molti giovani delle generazioni successive hanno imparato a conoscere dai genitori o dai fratelli maggiori. È stato lo specchio di un’epoca straordinaria per l’Italia, un’epoca di grande creatività e di eventi terribili, un’epoca di cambiamento epocale, la cui ricchezza multiforme è stata nei decenni successivi semplificata e svilita in una narrazione parziale.

Il Male è rimasto famoso soprattutto per i suoi falsi, per quegli scenari plausibili e allo stesso tempo inverosimili, che hanno divertito e acceso l’immaginazione di centinaia di migliaia di lettori (la tiratura media del giornale all’epoca era superiore alle 100.000 copie). Quarant’anni dopo, il meccanismo della «fake news» si rivela uno dei mezzi più efficaci per la manipolazione dell’opinione pubblica: è solo un esempio di come Il Male offra la possibilità di riflettere in modo molto attuale, oltreché sui linguaggi satirici, anche sul potere vertiginoso della comunicazione.

La redazione de Il Male era composta da un gruppo ristretto di autori. I disegnatori: Vincino (direttore del giornale), Perini, Angese, Sferra, Jacopo Fo, Carlo Cagni, Cinzia Leone, Alain Denis, Pino Zac, Vauro e Mannelli (questi ultimi tre usciti dal giornale dopo i primi tre numeri). C’erano i disegnatori di Cannibale, poi diventati collaboratori organici del Male: Pazienza, Tamburini, Scozzari, Liberatore, Mattioli. Collaboratori abituali del Male erano anche Topor, Wolinskj, Reiser, Wilhelm (questi ultimi di Charlie Hebdo’). E diversi disegnatori del Canard Enchainé. Gli scrittori: Saviane, Pasquini, Lo Sardo, Jiga Melik (Alessandro Schwed), Canale, Sparagna. I grafici: Marcello Borsetti, Giovanna Caronia, Cinzia Leone, Francesca Costantini. Lo specialista dei collage fotografici, Francesco Cascioli.

Collaboratori saltuari sono stati sorprendentemente alcuni grandi scrittori che amavano il nostro giornale (Umberto Eco, Italo Calvino, Leonardo Sciascia, Stefano Benni), che hanno scritto e firmato testi con il loro nome, che tutti o quasi hanno creduto falsi, perché quello era il gioco che conducevamo sulle colonne del settimanale.

C’è una ricca documentazione, fotografica e talvolta filmata, di happening come: l’elezione di un Antipapa in contemporanea con l’elezione di Papa Giovanni Paolo II° (1978); l’arresto di Ugo Tognazzi come capo delle Brigate Rosse; la collocazione al Pincio di un busto di marmo con l’effigie di Giulio Andreotti, con la partecipazione di Roberto Benigni (1979); la Mostra dell’Immobilismo molisano al Beat 72; l’intervento al Festival di Castel Porziano, con il lancio da un aereo da turismo di poesie dadaiste sul pubblico (1980); il festival di Miseria 81, in contrapposizione al nascente Edonismo Reaganiano. Iniziative che in alcuni casi hanno causato denunce e processi a carico dei redattori: il Male è stato il settimanale più denunciato e sequestrato dal Dopoguerra.

C’è moltissimo materiale d’archivio, spesso anche inedito, composto di disegni originali, manoscritti, fotomontaggi, manifesti e gadget, che sarà esposto nella mostra.
Alla ricostruzione della storia de Il Male cercheremo più avanti di dedicare anche un libro-catalogo a colori della mostra, scritto e illustrato dagli autori del settimanale. Il libro avrà il formato e la struttura grafica caratteristica de Il Male, con copertina e controcopertina.

I manifesti della mostra saranno disegnati da Enzo Sferra storico disegnatore del Male in collaborazione con Tanino Liberatore, disegnatore de Il Male e di Cannibale e illustratore di grande fama internazionale.
Nell’ambito della mostra, si svolgeranno all’interno della We Gil alcuni eventi:

1. La rievocazione della posa al Pincio del busto di marmo raffigurante Giulio Andreotti (avvenuta nel 1979 e interrotta dall’intervento della polizia). È previsto un intervento di Roberto Benigni, che all’epoca tenne l’orazione commemorativa.

2. Una giornata dedicata al Falso. Il gesto creativo del falso analizzato dalla sua ideazione alla sua esecuzione. Illustrazione e analisi dei più noti falsi del Male. Rievocazione del falso movimento artistico del Male, l’Immobilismo, con una conferenza di un noto storico dell’arte. Dagli esempi storici dei grandi falsi letterari (il falso manifesto di J. Swift Una modesta proposta), alla War of the worlds di Orson Welles, fino alla guerriglia distopica e disinformativa delle attuali «fake news».

3. Una giornata dedicata alla Satira. Dal 1978 al 2018, dal Male alla satira di oggi. È prevista la presenza dei principali autori satirici italiani con un intervento di Stefano Benni.