Claudia Sarritzu è una giornalista esperta in questioni di genere e spesso si reca nelle scuole per affrontare con ragazze e ragazzi le tematiche di cui scrive in questo libro. La sua esperienza professionale, la sua efficacia comunicativa sono le fondamenta di Parole avanti (Palabanda Edizioni, pp. 212, euro 16), questo testo sul femminismo del terzo millennio che è anche e disperatamente un compendio sulle tragedie dell’eterno patriarcato. Il libro affronta infatti con forza e semplicità le problematiche più urgenti, dalla violenza di genere alle discriminazioni linguistiche: il femminicidio, lo stupro, la difficoltà a utilizzare le parole corrette, seppure nuove, per descrivere realtà che prima non esistevano per le donne, come quelle degli incarichi politici.

LA PECULIARITÀ di questo specifico libro di divulgazione sul femminismo è proprio la sua pragmaticità, cioè, in altri termini, il testo di Sarritzu arriva dritto al punto. Raccoglie, in parte, pezzi scritti in passato dall’autrice, oppure interviste: gli articoli di giornale, quando sono ben fatti, hanno la capacità di veicolare in uno spazio ridotto, che quindi non permette approfondimenti ma neanche deviazioni, un messaggio chiaro, tutto ciò che serve per inquadrare un problema. Sarritzu ci offre per ogni tematica il nucleo concettuale da cui procedere per ragionare su questioni sociali e politiche cogenti, per esempio il razzismo che non conosce confini e che sfrutta il corpo delle donne per sferrare i suoi attacchi. Sono vari i casi ripresi dalla giornalista in cui la cronaca e la politica hanno attuato una vera e propria discriminazione contro le vittime di violenza e di femminicidio se il carnefice era italiano, per puntare e insistere sui casi in cui il reato era commesso da immigrati.
Sarritzu ricorda con puntualità e delicatezza, con reale partecipazione, le donne che non solo sono state violentate o uccise, ma che poi sono state punite dalle dichiarazioni insensate di politici e giornalisti/e, che non hanno saputo resistere allo stereotipo della donna che «se l’è cercata» o hanno minimizzato delitti atroci, come nel caso del sindaco di Pimonte che definì «una bambinata» lo stupro di gruppo perpetrato contro una ragazzina di 15 anni.

LA RAGIONE per cui è importante continuare a leggere e a confrontarsi su queste tematiche è prima di tutto l’esigenza di non dimenticare: anche chi è sensibile alle questioni di genere o pratica il femminismo non può ricordare tutto, perché le vittime e le aberrazioni sono troppe. Sarritzu dà dei dati, rammenta e descrive gli episodi più recenti e quelli degli anni passati. L’effetto, grazie alla sua capacità di creare una carrellata di immagini e di brevi riflessioni, è potente. Un libro che le insegnanti e gli insegnanti dovrebbero avere.