Contrariamente a quanto dichiarato nei giorni scorsi, il pentastellato Danilo Toninelli sapeva bene che è in pieno potere del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti avviare la procedura per la chiusura o la limitazione del traffico dell’A24/25, per salvaguardare la sicurezza dei tanti cittadini laziali e abruzzesi che ogni giorno percorrono quelle autostrade. E infatti già il 12 ottobre scorso il ministro aveva ricevuto una relazione tecnica firmata dal capo dell’Ufficio ispettivo territoriale di Roma del Mit, Placido Migliorino, che è stata già inviata alle quattro prefetture abruzzesi – perché è il prefetto che, secondo il Codice della Strada (e l’articolo 120 della Costituzione), recepisce le direttive governative e procede con la limitazione o l’interruzione del traffico in caso di pericolo pubblico.

NELLA RELAZIONE DEL MINISTERO, stilata dopo alcuni sopralluoghi eseguiti a inizio ottobre su 87 dei 339 viadotti presenti lungo le due autostrade montane, si raccomanda «particolare attenzione» nella «regolamentazione del transito dei veicoli pesanti», in particolare su 8 viadotti «che, come dimostrato nelle verifiche di sicurezza, inducono sollecitazioni critiche specialmente agli impalcati e alle solette». Perché, spiega, «il decadimento manutentivo riscontrato, associato all’incremento dei carichi di esercizio rispetto all’epoca di costruzione, è tale da non poter dimostrare il raggiungimento di adeguato standard di sicurezza con il regolare transito della circolazione».

DUNQUE IL DIRIGENTE DEL MIT non ha affatto «condiviso le conclusioni del concessionario secondo cui i viadotti possano ritenersi adeguatamente sicuri nei confronti delle azioni esterne e dei carichi permanenti. Al contrario – è scritto sulla relazione – l’avanzato stato di degrado manutentivo riscontrato rendeva necessario un immediato intervento di ripristino e consolidamento delle strutture, oltre che un approfondimento di calcolo». Ancora ieri però l’unica infrastruttura ad essere stata momentaneamente chiusa è un tratto della ferrovia fra Anversa e Cocullo, sulla linea Sulmona-Avezzano, per accertamenti tecnici su uno dei viadotti più degradati dell’A25 che sovrasta i binari.

IL DOCUMENTO DEL MIT è stato inviato anche alla concessionaria perché contiene altre quattro prescrizioni sulle quali si dovrebbe attivare la stessa società del Gruppo Toto, oltre a «improcrastinabili» «specifici interventi di adeguamento», visto che «le verifiche di sicurezza strutturali eseguite, sia sulle pile che sui viadotti, hanno restituito risultati molto esigui in termini di coefficiente di sicurezza». Alla Holding del costruttore Carlo Toto il Mit prescrive di effettuare prove di carico su scala reale, almeno su un viadotto di quelli ispezionati; monitorare le deformazioni degli impalcati sotto l’azione di carichi; condividere con gli Enti Territoriali competenti lo specifico «Piano di Gestione Emergenze» da attivare nel caso di superamento delle soglie di allerta definite al punto precedente; installare un’adeguata strumentazione per monitorare le deformazioni e gli spostamenti a seguito di scosse sismiche (che sono frequenti nella zona).

IL DIRIGENTE del Mit ha inoltre sottolineato come sia praticamente impossibile ormai che Strada dei Parchi riesca a rispettare l’obbligo prestabilito di adeguare entro il 30 aprile le 54 gallerie considerando che «l’esecuzione dei lavori non sia compatibile con il tempo residuo». In tal caso, «potrebbe essere necessario interdire le tratte interessate da queste gallerie».