Racconta Giorgio Barberio Corsetti che di Gospodin, lo ha subito colpito il carattere «brechtiano» privo però degli elementi didattici che attraversano l’opera dell’autore di Madre coraggio, e invece segnato da un tono nichilista, che lo porta a rifiutare radicalmente una società i cui valori gli appaiono solo negativi. Era una delle molte scommesse contenute nel testo finora inedito in Italia, che Corsetti porta in scena (nella traduzione di Alessandra Grifoni) affidando il ruolo del protagonista, Gospodin appunto, a Claudio Santamaria. E che debutterà, in prima assoluta, nel cartellone di RomaEuropa il 12 – Teatro Eliseo, fino al 16, poi in tournée. «Gospodin è eroicamente testardo, sperimenta il mondo con il suo poetico e tragico rifiuto dell’unico elemento che lo fa girare, il denaro» dice ancora Corsetti.

 

L’autore di Gospodin si chiama Philipp Löhle, enfant prodige della nuova drammaturgia tedesca ha cominciato a scrivere per il teatro quando era ancora studente di letteratura e nuovi media tra Erlangen e Roma, e lavorava come giornalista sperimentando anche il cinema con cortometraggi e documentari. Gospodin gli fa vincere il premio per il migliore drammaturgo giovane in Germania, e ottiene poi molti altri riconoscimenti rivelando Löhle (subito molto amato anche dalla critica tedesca) in Germania e nel mondo. Nel frattempo lui ottiene una residenza come drammaturgo al Teatro Maxim Gorki di Berlino, dove rimane dal 2008 al 2010, spostandosi poi al Teatro nazionale di Mannheim tra il 2011 e il 2012, e allo Staatstheater di Mainz dove lavora anche come regista.

 

 

Il Gospodin del titolo, in russo vuol dire signore, e l’anonimato appare già come una dichiarazione poetica, è un uomo che vive felice con un lama finché gli ambientalisti di Greepeace non glielo tolgono dando provocando una serie di catastrofi nella sua vita a cui lui però non sembra prestare attenzione. Dopo il lama infatti la fidanzata lo lascia, e con gli amici approfitta della sua mitezza per portargli via tutto, anche il letto. «Gospodin è un uomo semplice, non vuole lavorare, non vuole avere nulla a che fare con il denaro, vive nella città come un esploratore nella natura. Tutti gli portano via qualcosa, gli ecologisti, la sua donna, l’amico artista che gli prende la tv per fare una videoistallazione … Intorno a sé Gospodin vede accadere cose, incontra persone, un bestiario umano particolare, che il testo tratteggia in modo quasi grafico, a forti pennellate espressioniste, ma con un’ottica ironica. La scrittura di Löhle utilizza dialoghi spigolosi, pur nelle sue anomalie di leggerezza e comicità e, per tradurne il linguaggio particolare, si è dovuto trovare un equilibrio tra concettuosità e linguaggio libero e popolare, tra pensiero e ingiurie» dice ancora Corsetti.

 

 

In scena con Santamaria/Gospodin ci sono altri due personaggi, un lui e una lei, Valentina Picello e Marcello Prayer, che raccontano i vagabondaggi allucinati di Gospodin nella città.Corsetti ha mescolato nell’allestimento fisicità e tecnologia utilizzando videomappimg e animazione grafica per creare paesaggi in cui si rispecchiano gli avvenimenti, le superfici di uno spazio urbano, uguale a tanti altri, l’intimità dei personaggi.