«Un fantasma sulle sabbie del mare, così debole, così silenziosa, così spoglia di tutto all’infuori della sua bellezza, che qualche volta quando ammiriamo il suo languido riflesso nella laguna, rimaniamo incerti quale sia la Città e quale l’ombra.», scriveva di Venezia John Ruskin in The Stones of Venice (1851-53). Intrappolato nel contrastante sentimento d’ira e amore per la città lagunare, il critico d’arte inglese le dedicò quest’opera letteraria che esprime la profonda connessione dell’arte veneziana con l’indole della città. Lo sguardo metodico di Ruskin nell’osservare, classificare, paragonare, studiare e disegnare le pietre di Venezia si sofferma anche su Casa Foscari...