Ho letto un libro di Michael Sandel, «Quello che i soldi non possono comprare», Feltrinelli, 2015.
È ricco di informazioni, e di argomenti «a favore dei limiti morali dei mercati», in un’epoca nella quale la logica di mercato tenta di conquistare terreni non di mercato. Per esempio: comprando e vendendo «il diritto di immigrare negli Stati Uniti (500.000 dollari)».
Libro utile, ma insufficiente ad affrontare il gran problema. Per due ragioni.
Prima ragione. Sandel scrive del mercato come mercato indeterminato, ma il mercato, come ha mostrato Gramsci scienziato della storia e della politica nei «Quaderni del carcere», è sempre ‘mercato determinato’: «Concetto e fatto di mercato determinato, cioè rilevazione che determinate forze sono apparse storicamente, il cui operare si presenta con un certo «automatismo» che consente una certa misura di «prevedibilità» e di certezza per le iniziative individuali. «Mercato determinato» pertanto equivale a dire «determinato rapporto di forze sociali in una determinata struttura dell’apparato di produzione» garantito da una determinata superstruttura giuridica».
Seconda ragione. Sandel non immagina un’economia se non nella forma di economia di mercato, cioè di una economia che non contenga al suo interno l’etica, ma che dall’etica può essere soltanto circoscritta. Non conosce l’economia di solidarietà.
Nell’ottobre del 2008 ho recensito in questa rubrica un libro del quale è autore Luis Razeto, primo e massimo teorico di questa nuova pratica e teoria economica, nata negli anni Ottanta del Novecento in America Latina: «Le dieci strade dell’economia di solidarietà» EMI 2003.
Questa nuova economia si basa sulla critica, iniziata da Gramsci nei Quaderni, delle teorie economiche precedenti con queste parole. La teoria liberista afferma che «l’attività economica è propria della società civile e che lo Stato non deve intervenire nella sua regolamentazione. Ma il liberismo è una ‘regolamentazione’ di carattere statale». Quanto alla teoria marxista, «l’economia classica ha dato luogo a una ‘critica dell’economia politica’ ma non a una nuova scienza o una nuova impostazione del problema scientifico». Il fallimento economico delle società socialiste lo ha confermato. Oggi abbiamo una nuova scienza economica, la Teoria Economica Comprensiva, e l’economia di solidarietà è una sua parte.

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