La mattina del 18 marzo 2015 – al Museo nazionale del Bardo di Tunisi – devono aver tremato, su piedistalli di eterna gloria, divinità puniche e imperatori romani. E l’Africa antica, tutta specchiata in mosaici dallo splendore sempre vivo, si è macchiata del sangue del terrorismo islamico. L’ASSALTO CHE QUEL GIORNO di imminente primavera ha sorpreso centinaia di turisti nel famoso museo maghrebino ha lasciato un’eco sinistra nel Palazzo del Bey: ancora nel primo anniversario della strage, si potevano notare – su pareti e vetrine – le raffiche dei kalashnikov impugnati dai due giovani militanti dello Stato Islamico che, in...