Per il Consiglio costituzionale i sindaci che sono contrari al matrimonio tra omosessuali non possono invocare la questione di coscienza per rifiutare di celebrare il rito civile. Un gruppo di sindaci di destra, oppositori della legge Taubira che ha legalizzato il matrimonio per tutti in Francia dal 18 maggio 2013, si era rivolto al Consiglio costituzionale per un parere sulla “costituzionalità” dell’assenza di una clausola di coscienza inserita nella legge. Ma il Consiglio, che già la primavera scorsa aveva giudicato la legge Taubira conforme alla Costituzione, ha risposto ieri, con un testo di 5 pagine, che il legislatore ha voluto assicurarsi l’applicazione della legge da parte dei suoi agenti e garantire cosi’ il buon funzionamento e la neutralità del servizio pubblico di stato civile”. Per i saggi, la legge non “ha leso la libertà di coscienza”: difatti, un sindaco che non approva il matrimonio omosessuale, puo’ sempre lasciare il compito di celebrare l’unione civile a un suo assessore. Ha anche la possibilità di dimettersi. Rifiutare di applicare una legge, in questo caso quella che legalizza il matrimonio gay, puo’ costare al sindaco reticente fino a 5 anni di carcere e 75mila euro di multa. Gli oppositori non demordono, pero’. Il collettivo “manif per tutti” ha deciso di rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, invocando il diritto alla libertà di coscienza, che in Francia è garantito dal 1789. Con questa sentenza, per la sottosegretaria alla famiglia Dominique Bertinotti, il matrimonio omosessuale “si banalizza” in Francia. Dopo la promulgazione della legge Taubira, in alcuni comuni – a Bollène (Vaucluse) e Arcangues (Pirenei atlantici) – dei sindaci avevano rifiutato di celebrare i matrimoni, ma alla fine avevano dovuto cedere, lasciando il compito a un assessore. Il principio che ha ricordato il Consiglio costituzionale è che la legge è uguale per tutti e che va applicata dalle persone che ricoprono cariche pubbliche. Secondo un sondaggio, il 54% dei francesi è contrario all’invocazione della “libertà di coscienza” da parte dei sindaci per non celebrare i matrimoni omosessuali. Eppure, ad aprire un varco era stato ad un certo punto della discussione della legge Taubira lo stesso François Hollande. Il presidente aveva accennato alla possibilità della “libertà di coscienza” in un discorso del novembre 2012. Allora la legge era in discussione, la contestazione nelle piazze era in crescita e Hollande aveva cercato di gettare acqua sul fuoco. Ma, subito, si era pentito di questa concessione e aveva cambiato posizione.

Ieri, una sentenza del tribunale di Lille ha concesso, per la prima volta in Francia, l’adozione plenaria di due figli a una coppia di donne. E’ la prima volta che avviene, con i figli del congiunto.