Non è vero che le pseudoscienze si contrappongano sempre alla scienza ufficiale. Alcune cercano di mimetizzarsi imitandone il linguaggio. Capita alla meccanica quantistica, la teoria che spiega il comportamento delle particelle elementari. È facile imbattersi in pratiche mediche o psicologiche che non hanno nulla a che fare con essa ma si definiscono «quantistiche». Di solito si tratta di ciarlatani, in cerca di persone in difficoltà disposte a rivolgersi, dietro lauto compenso, a sedicenti specialisti. Secondo Stefano Marcellini, che si occupa proprio di fisica quantistica all’Istituto nazionale di fisica nucleare e al Cern di Ginevra, il fenomeno è in crescita.
Gli esempi sono moltissimi. Dal «vino quantistico» ai corsi di «meditazione quantistica». La «medicina quantistica» viene proposta anche presso alcune Asl.

Perché la fisica quantistica, più di altre scienze, si presta a questi abusi?
Succede a causa di alcuni particolari fenomeni. Uno è il cosiddetto «entanglement», che si osserva in coppie di particelle provenienti da particolari processi fisici. Tali particelle permangono in due stati correlati tra loro e una misura effettuata su una di esse si riflette istantaneamente anche sull’altra, magari a grandissima distanza. Ciò induce a credere che tutto l’universo sia in relazione, un olismo che piace molto agli psicologi. Poi c’è la «misura». Un pianeta occupa una certa orbita anche prima di essere osservato al telescopio. Invece, in meccanica quantistica lo stato di un elettrone assume un valore determinato solo nel momento in cui viene misurato. Questo fa dire ad alcuni pseudo-scienziati che la mente umana determini lo stato delle cose e che usando il pensiero possiamo influenzare la realtà. Ovviamente non è così: l’universo si è evoluto per miliardi di anni anche senza menti umane. E poi in meccanica quantistica il valore di una misura è una variabile casuale, non determinabile a priori.

Come riconoscere una terapia pseudoscientifica?
Una caratteristica comune alle pseudoscienze è l’uso ambiguo di termini scientifici impiegati senza una definizione. Perciò è utile avere qualche conoscenza non tanto della meccanica quantistica o della psicologia, ma dei metodi che adottano le scienze. Di solito, quando si cita la meccanica quantistica fuori dal mondo atomico, si tratta di pseudoscienza. Spesso avviene in buona fede. Molti psicologi credono davvero di aver trovato nella meccanica quantistica la giustificazione di alcuni fenomeni psicologici.

In fondo è un buon segno: Copernico nascondeva la teoria eliocentrica dietro un libro di oroscopi, oggi invece si usa la scienza per vendere pseudo-scienza.
C’è un’altra faccia della medaglia: nel caso «Xylella», una delle proposte alternative all’abbattimento degli ulivi nella zona cuscinetto si basava, secondo il promotore, sulla meccanica quantistica.

Anche gli scienziati spesso si affidano a parole suggestive per abbellire i propri risultati. Il bosone Higgs è chiamato «la particella di Dio».
Gli scienziati hanno capito che è importante divulgare la scienze e per renderle accessibili si banalizzano i concetti, a volte un po’ troppo. Ma la «particella di Dio» non fu l’idea di uno scienziato. Quando Leon Lederman scrisse un libro sul bosone di Higgs, propose il titolo The goddamn particle, cioè “la particella maledetta”. All’editore non piaceva e propose di cambiarlo in The God particle. Così nacque la «particella di Dio».

Cosa pensa della divulgazione scientifica nel nostro paese?
Ci sono esempi eccellenti come Quark, e altri meno. Ma in generale io credo sia molto importante fare divulgazione a ogni livello. Scelsi di studiare fisica dopo una conferenza sulla relatività in cui, mi resi conto dopo, non avevo capito nulla. Fino a poco tempo fa, però, i ricercatori non davano importanza alla divulgazione.

E oggi?
Se ne fa molta, forse troppa. Nel giro di pochi anni è diventata parte della valutazione anche dei giovani ricercatori. All’Istituto nazionale di fisica nucleare, in cui lavoro, coinvolgiamo spesso scuole, alunni e insegnanti. La divulgazione è un mestiere e bisogna saperlo fare bene. Ma i ricercatori spesso la imparano sul campo.

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A Padova da oggi fino al 15 settembre

Apre oggi a Padova il «Cicap Fest», il festival annuale della scienza e della curiosità organizzato dal Comitato italiano per il Controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze fondato trent’anni fa da Piero Angela. Fino al 15 settembre, scienziati e divulgatori animeranno le tantissime iniziative per grandi e piccoli. Tra i temi centrali di questa edizione, lo sbarco sulla Luna e le innumerevoli teorie del complotto. Tra i partecipanti, oltre a Piero Angela, l’astronauta Paolo Nespoli, l’oceanografo Peter Wadhams e il «quirkologo» Richard Wiseman. Tutte le informazioni a www.cicapfest.it