Il ragazzo invisibile – seconda generazione, alla regia di nuovo Gabriele Salvatores, a impersonare il giovane dotato di superpoteri Michele Silenzi, ancora Lodovico Girardello. Sono passati tre anni dal primo episodio, Lodovico-Michele ora di anni ne ha sedici, con tutto quello che significa essere adolescenti in cerca del proprio posto nel mondo. In fase di presentazione Lodovico dice che si potrebbe considerare il primo film come un prologo e questo come il racconto vero e proprio. Forse ha ragione. Qui infatti troviamo un ragazzino allo sbando totale. Ha perso l’adorata mamma adottiva, il babbo che lo aveva aiutato è introvabile e la ragazzina di cui è innamorato e che aveva salvato nel finale del primo film lo ha mollato per un millantatore. Michele non vorrebbe essere un supereroe, vorrebbe solo essere un ragazzo come tutti.

E qui Salvatores interviene sull’ipotesi di Lodovico perché anche secondo lui l’età incide sullo spessore del racconto: «A sedici o diciassette anni, che è l’età di Michele, si scopre il lato oscuro delle cose, quello melanconico, anche quello poetico, qui il nostro protagonista è più oscuro e il film è più complesso. Se il primo era piuttosto lineare, qui abbiamo salti temporali, e elementi misteriosi e da scoprire un po’ come se fossimo in un thriller, inoltre tutti dobbiamo fare i conti con il nostro lato oscuro. Si chiama diventare adulti».

Il primo episodio, oltre a un fumetto e un romanzo generati dal film, aveva incassato 5 milioni e 300mila euro, ricorda il produttore Nicola Juliano di Indigo Film, ma il dato ancora più interessante viene dall’aver ottenuto un premio singolare e significativo quello dell’Efa Young Audience Award assegnato da una giuria di giovanissimi tra i 12 e i 15 anni di 25 diversi paesi, unanimi nel riconoscerlo il migliore.

Salvatores sinora aveva sempre cambiato registro per i suoi film, quel premio deve averlo spinto a prendere in considerazione prima un film per ragazzi e poi l’ipotesi del sequel, ma aggiunge «Mi appassionava la sfida di Nicola Giuliano, che voleva tentare qualcosa di inedito nel panorama del nostro cinema. Ma il motivo più intimo e caldo e meno razionale che mi ha fatto abbracciare per tanti anni questo progetto è che non ho figli, e con questo progetto ne sto in qualche modo allevando uno cinematografico che cresce film dopo film». Gabriele poi intende puntualizzare un tema talvolta controverso «penso anche che i figli siano di chi li cresce e non di chi li fa biologicamente. La difficoltà è prendersi la responsabilità, farli diventare adulti. Quello sotteso al film quindi è anche un tema attuale, il conflitto tra madre naturale e adottiva».

Oltre alla madre naturale Ksenia Rappoport, troviamo una sorella «speciale», interpretata da Galatea Bellugi, un gruppetto di altri speciali provenienti dalla Russia, ognuno con il suo bagaglio di poteri particolari e come sempre nei film il conflitto tra bene e male con effetti visivi affidati al magistrale Victor Perez, già collaboratore di Batman e Star Wars. Nelle sale il 4 gennaio per 01 distribution.