La data del 27 marzo per la (eventuale) ripresa dei concerti è stata spazzata via dalle zone rosse. Comunque i jazzisti non hanno smesso di progettare e realizzare forme di “presenza” e “resistenza” artistica, con caratteristiche e sinergie spesso innovative. Dal 17 marzo al 21 aprile ci saranno i sei appuntamenti (cadenza settimanale) di “BONES. Live Concerts from Rome’s Creative Music Scene”. La rassegna è il “risultato della cooperazione fra un gruppo di musicisti e uno studio di registrazione di Roma”: si tratta di Simone Alessandrini Storytellers, Acre, Roots Magic, Ludovica Manzo – Serpentine (con Loredana Antonelli), Igor Legari – Arbo, Marco Colonna & Noise of Trouble in collaborazione stretta con gli Abbey Rocchi Studios. Il prodotto è una prima serie streaming di sei live-set in studio, arricchiti da conversazioni con Luca Collepiccolo, Nazim Comunale, Valerio Corzani e Claudio Fusacchia. Si tratta, scrivono gli ideatori, di “un messaggio diretto dal cuore della città capace di restituire il senso molteplice di una lingua e di una comunità”, quella propositiva dell’attuale scena “creativa” capitolina. I live set saranno trasmessi in streaming sulle pagine Facebook di Abbey Rocchi Studios e di tutti i musicisti coinvolti, nonché sul canale You Tube di Bones Creative Music Roma.

“JAZZ JUST LIKE THIS” si origina, invece, per festeggiare la nascita, in tempi pandemici, di una nuova etichetta: la Birdbox Records di Lorenzo Vella (già fondatore di uno studio di registrazione audio-video). Iniziativa che scaturisce dai musicisti stessi che hanno scelto “con chi e come farla scommettendo sulle nuove tecnologie”. Dal 9 aprile all’8 luglio sette doppi concerti in live streaming (vendita biglietti sui siti birdboxrecords.com, nightingales.it, dice.fm oppure attraverso app) con i gruppi di Luca Mannutza (ospite Maurizio Giammarco), Francesco Mascio, Domenico Benvenuto, i quartetti  di Max Ionata e Paolo Recchia, la band codiretta da Umberto Fiorentino e Fabio Zeppetella (più Dario Deidda e Roberto Gatto) e il trio di Francesca Tandoi. Si prova con “Jazz Just Like This”  a reinventare nuovi scenari, a coinvolgere giovani e  pubblico generico anche con “aneddoti, confessioni semiserie, momenti di didattica e backstage”.