Si sono aggiornati a stamattina, dopo la riunione di ieri, i presidenti di regione per definire un linea comune su green pass e parametri per l’assegnazione dei colori in base alle fasce di rischio. Subito dopo ci sarà la Conferenza unificata e la Stato-Regioni. Dovrebbe slittare a domani la cabina di regia del governo con le forze di maggioranza e, a seguire, il consiglio dei ministri che approverà il nuovo decreto Covid. I governatori sono orientati all’utilizzo dei certificati verdi in bar e ristoranti al chiuso solo al di fuori dalla zona bianca, obbligatori invece per le discoteche in ogni fascia di colore, negli stadi e per i grandi eventi. In questo modo lo strumento verrebbe utilizzato per riaprire attività ancora chiuse o scongiurarne la chiusura in caso di peggioramento dell’epidemia. Un accordo definitivo ieri non c’era. Dal lato del governo si ragiona sull’introduzione graduale dell’applicazione più stringente del green pass, salvaguardando ad esempio nella prima fase l’accesso al trasporto pubblico locale.

QUANTO AI PARAMETRI per i cambi di colore, il ministro Speranza ha già aperto all’utilizzo del criterio dell’occupazione dei posti letto in ospedale ma cambiando le soglie di criticità: la prima bozza prevedeva il 5% in terapia intensiva e il 10% nei reparti ordinari per passare in giallo, le regioni chiedono di far salire le soglie rispettivamente al 15 e al 20%. Si stabilirà anche un numero minimo di tamponi da eseguire ogni settimana, almeno 150 ogni 100mila abitanti. Ci potrebbero essere anche elementi di flessibilità per le regioni più piccole. I governatori poi chiedono la riduzione delle zone da 4 a 3.

Nel decreto ci sarà anche la proroga dello stato di emergenza in scadenza il 31 luglio: il governo sta valutando di estenderlo fino al 31 dicembre. Non dovrebbero esserci, invece, norme sull’obbligo vaccinale per gli insegnanti né sul ritorno in aula o sul pubblico negli stadi. Il governatore sardo Solinas ha chiesto una moratoria sui cambi di fascia nel caso in cui non si arrivasse a un accordo sui nuovi criteri. «Dobbiamo utilizzare in modo intelligente ed estensivo il green pass – ha commentato Speranza -, ne sono stati scaricati oltre 36 milioni. Abbiamo superato 61 milioni di dosi somministrate, il vaccino è essenziale anche sotto i 40 anni».

VACCINI E GREEN PASS dividono la maggioranza. Solo poche settimane fa Lega e Forza Italia siglavano i comunicati stampa con la sigla «destra di governo» per mettere nell’angolo FdI. Ieri i forzisti hanno presentato il loro dossier, inviato al governo, distante da entrambi «gli alleati» di schieramento. Fi subisce un’emorragia di parlamentari e si rifugia nell’asse con Draghi. «Rafforzare la campagna di vaccinazione per scongiurare un nuovo lockdown – ha spiegato ieri Tajani -. Siamo favorevoli all’utilizzo del green pass per consentire l’accesso del pubblico a spettacoli, manifestazioni, cerimonie al chiuso. I cittadini non vaccinati potrebbero usufruire dei test anti Covid da rendere gratuiti. Siamo favorevoli al cambio di parametri per i colori delle regioni e a rendere obbligatoria la vaccinazione del personale scolastico».

Salvini tira dritto (ma i governatori di Veneto e Liguria Zaia e Toti non lo seguono): «A oggi più della metà della popolazione italiana sarebbe esclusa dalla vita per effetto del green pass. Chiudere, multare e inquisire i giovani è un errore. Tutti dicono “sotto i 18 anni il vaccino fa più danni che vantaggi”». Da FdI, Meloni attacca il certificato verde: «Il suo utilizzo per accedere alla vita sociale è una follia».

I NUOVI CASI COVID ieri sono stati 3.558 su 218.705 test. Tasso di positività all’1,62%, i decessi sono stati 10. In salita il numero di ricoveri: più 3, 165 in totale; nei reparti ordinari più 6, 1.194 in tutto. In isolamento domiciliare 47.951 persone. Il Lazio è la regione con il maggior numero di nuovi casi (681): quintuplicati i positivi a Roma (557 ieri) rispetto all’11 luglio per effetto degli Europei di calcio. Seguono Veneto (600) e Sicilia (552), dove sono saliti a sei i comuni in zona rossa. «La vaccinazione con due dosi protegge all’88% dall’infezione, al 94% dal ricovero, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% da un esito fatale – ha comunicato l’Iss -. Più il virus circola maggiore è il rischio che arrivino nuove varianti».