Scritto a due anni dalla morte di Chopin, avvenuta a Parigi nel novembre del 1849, il ritratto che Franz Liszt ci consegna del compositore polacco ha un enorme valore testimoniale e si lascia apprezzare, nonostante la prosa eccessiva e mirabolante. Chopin (Castelvecchi, pp. 140, euro 16,50) – come non manca di notare l’estensore della prefazione, il pianista Michele Campanella, raffinato interprete e conoscitore del mondo lisztiano – contiene giudizi illuminanti e utilissime notizie sul contesto psicologico nel quale l’immaginario sonoro di Chopin andò dispiegandosi. Frutto di un’ammirazione sincera, dietro la quale si nasconde, qua e là, la rivalità tra due...