Dibattito in parallelo come non accade mai. Sospesi i lavori in commissione, oggi camera e senato si occupano di riforme costituzionali, con il presidente del Consiglio costretto a dividersi e a intervenire due volte. Nel primo pomeriggio al senato, più tardi alla camera replicherà con gli stessi argomenti, in quello che rischia di essere un ottimo spot contro le duplicazioni del bicameralismo perfetto. Molto di più non si potrà ottenere, se non quella «sacralità» nella quale confida il ministro Quagliariello per benedire l’avvio del percorso riformatore. Percorso che è cambiato ancora (e siamo alla quarta versione) rispetto ai propositi iniziali del governo. Abbandonate convenzioni e sedi redigenti, adesso l’esecutivo si accontenta di una procedura ricalcata sull’articolo 138 della Costituzione – che disciplina le revisioni della Carta – ma «rafforzata», vedremo più avanti in che senso. Assai debole invece è l’intesa nella maggioranza. Al termine di una giornata di scontri tra i partiti e nei partiti, dalle mozioni che saranno votate oggi è stato tolto il riferimento alla legge elettorale. Impossibile accordarsi. Il Pdl insiste per conservare il più possibile del Porcellum, il Pd vuole «superarlo», il governo si preoccupa principalmente di conservare se stesso.

La mozione è un atto parlamentare di indirizzo che impegna (blandamente) il governo. Quelle che sono state presentate ieri sera alla camera e al senato con le firme dei capigruppo di Pd, Pdl e Scelta civica sono invece il risultato del pressing del governo – nelle persone dei ministri Franceschini e Quagliariello che hanno condotto le riunioni congiunte di ieri, per poi dividersi e andare a spiegarsi con i loro compagni di partito nelle riunioni dei gruppi – sulla fragile maggioranza. Dunque oggi le camere chiederanno al governo quello che il governo vuole: un disegno di legge costituzionale da depositare entro giugno che «preveda una procedura straordinaria rispetto all’art. 138 della Costituzione, che tenda ad agevolare il processo di riforma, favorendo un’ampia convergenza politica». La straordinarietà sta nel fatto che verrà selezionato un «comitato bicamerale» di 40 membri scelti tra i componenti delle commissioni affari costituzionali per partorire i testi di legge. Sulla composizione del comitato c’è stata maretta: il Pdl voleva rappresentanza paritaria (al netto cioè del premio di maggioranza che ha garantito al Pd alla camera con più o meno lo stesso numero di voti un gruppo di dimensioni doppie), la formula finale contenuta nella mozione lascia intendere che i democratici si accontenteranno di un piccolo vantaggio. La straordinarietà starà anche nel fatto che il percorso dovrà concludersi in 18 mesi e che dunque sarà ridotto da tre a due mesi l’intervallo che la Costituzione prevede tra le prime due letture e le seconde due conformi sui testi di revisione costituzionale. Ma sul punto è possibile un ripensamento, in fondo le due camere possono lavorare in parallelo e guadagnare lo stesso tempo. Infine sono previsti referendum confermativi obbligatori, a prescindere dal quorum con il quale saranno (se lo saranno) approvate le riforme.
Ma sono discorsi sul futuro. Nel presente l’ostacolo si chiama legge elettorale: il governo insiste con piccole modifiche al Porcellum, ma il Pd non gli viene dietro e costringe alla frenata anche il Pdl. Tanto che Quagliariello smentisce una mezza dozzina di interventi (anche in aula) di Letta e suoi dove la questione del sistema di voto veniva presentata come centrale per la sorte del governo e sostiene che non vuole occuparsi di legge elettorale se non al termine dell’(eventuale) processo riformatore. La questione fa litigare il Pdl, dove il capogruppo Brunetta e il suo predecessore Cicchitto vengono processati dall’ala dura del berlusconismo (Verdini, Santanchè) preoccupata dall’imboscata dei sostenitori del Mattarellum. Tra le mozioni che si votano oggi infatti c’è anche quella del democratico Giachetti, che ha la firma anche del capogruppo di Sel Migliore e raccoglie consensi nel gruppo misto e in Scelta civica. Possibile una sorpresa, in fondo sono solo mozioni.