La scuola torna in piazza nel giorno in cui il governo promette il ritorno in classe dopo pasqua anche nelle regioni in zona rossa.
Se lunedì potrebbero tornare in classe gli studenti di primarie e medie del Lazio – la regione dovrebbe passare da rossa ad arancione lunedì – per tre giorni prima delle vacanze pasquali, il governo sta preparando il piano per un ritorno duraturo in sicurezza anche per le scuole superiori con tamponi periodici a studenti e prof per monitorare l’andamento dei contagi nelle scuole. Il ministro per l’Istruzione Patrizio Bianchi l’ha proposto e il commissario per l’Emergenza Covid Francesco Figliuolo sta valutando l’ipotesi.
La decisione verrà presa nei prossimi giorni. I test agli studenti non sarebbero vincolanti per la riapertura delle scuole dopo pasqua, piuttosto sarebbero una misura per monitorare la situazione, un’operazione di screening ai fini della sicurezza di studenti, docenti e personale scolastico. Dei test, che per gli alunni più piccoli dovrebbero essere quelli salivari perché meno invasivi, dovrebbero occuparsi le Asl con medici e infermieri da mandare nelle scuole ma potrebbero scendere in campo anche i volontari della Protezione civile. L’ipotesi di lavoro punterebbe a ripetere il monitoraggio settimanalmente e laddove accertati casi di positività si dovrebbe procedere a sottoporre tutta la classe a tampone molecolare.
Ieri il ministro Bianchi, dopo aver ribadito che è volontà decisa del governo il rientro in classe quanto prima, aveva comunicato che «oltre la metà del personale scolastico è stato vaccinato. È costante il monitoraggio della situazione relativa ai contagi e alla diffusione delle varianti del Covid-19 nelle scuole anche per potenziare il piano vaccinale in tutte le realtà territoriali».
E sempre sul tema sicurezza Rossano Sasso, sottosegretario leghista all’Istruzione, ha annunciato che dei 300 milioni di euro previsti dal decreto Sostegno a favore della scuola, «150 sono destinati, per la prima volta, alla salubrità dell’aria all’interno degli istituti: si parla di depuratori e impianti di ventilazione meccanica».
Intanto però oggi Cobas e movimento «Priorità alla scuola» scenderanno in piazza Montecitorio alle ore 10 con un presidio statico, per chiedere «di garantire la riapertura della scuola in presenza per ogni ordine e grado e in ogni regione, non oltre il 7 aprile». A Milano è prevista una manifestazione alle 17.30 in piazza XXIV Maggio; a Napoli alle 10 in piazza Dante; a Firenze alle 9.30 in piazza Santissima Annunziata. Tra le richieste, anche che «la quota parte del Recovery Fund destinata alla scuola sia impiegata per il rilancio della scuola pubblica, attraverso interventi urgenti come la riduzione del numero di alunni per classe (fissando un tetto massimo di venti, abolendo ogni possibilità di accorpamento per le classi successive), l’assunzione di docenti e Ata, la stabilizzazione dei precari e l’adeguamento degli spazi e degli edifici scolastici, con ripristino di vecchi edifici e realizzazione di nuovi».
In piazza anche le studentesse e gli studenti universitari. «A distanza di più di un anno dalla chiusura delle scuole – sottolinea Luca Redolfi dell’Unione degli studenti – la situazione continua ad essere problematica. Sono ancora molte le studentesse e gli studenti che non hanno garantito il diritto allo studio, lo stress psicologico è diventato sempre più gravoso e ancora una volta non abbiamo certezze di rientro e recupero». «Saremo in piazza – annuncia – a chiedere a gran voce una reale legge nazionale sul diritto allo studio, un aumento di investimenti sulla scuola che raggiunga il 5% del Pil e che venga messo in critica il complessivo sistema educativo che in questi mesi di didattica a distanza ha dimostrato tutte le proprie mancanze e disuguaglianze», conclude l’Udu.