Reduce da una giornata tribolata per le fibrillazioni di governo, a mezzogiorno Giuseppe Conte arriva in Calabria per presentare il suo “Piano per il sud”. Accompagnato dai ministri Peppe Provenzano e Lucia Azzolina, il premier esordisce citando Rino Gaetano. «Oggi è il giorno dell’amore (ieri, san Valentino ndr) e io amo il sud, come Rino Gaetano che questo amore lo cantava».

Ma del meridione bucolico ed ecologista cantato da Gaetano, nel piano di Conte c’è ben poca traccia. Le sessanta pagine fitte, divise in due parti una per le azioni immediate e quelle da realizzare entro il 2030, sono un elenco di investimenti, infrastrutture, cemento, asfalto e grandi opere. «Servono nuove opportunità per i giovani, troppo spesso costretti ad abbandonare la loro terra e i loro affetti». Lui prova a dirlo nell’auditorium di un liceo di Gioia Tauro davanti agli studenti, ma sembra il solito refrain. La parolina magica (e abusata) è «cantiere». E infatti il premier si affanna a spiegare che «oggi in Calabria apriamo il cantiere dell’Italia di domani. Con tutte le persone che hanno idee chiare e forti, e amano il proprio Paese. Se riparte il sud riparte l’Italia».

Il Piano avrà un valore complessivo di 100 miliardi e «non sarà soltanto una ricognizione e rielaborazione dell’esistente ma conterrà anche risorse fresche». Il progetto del governo è ambizioso ma non è chiaro quanto sia realistico. Manca un crono-programma con tempi e scadenze nette e mancano anche certezze sui poteri di spesa.

Intanto, il divario occupazionale tra sud e centro-nord, nell’ultimo decennio è aumentato dal 19,6% al 21,6% secondo le ultime stime dello Svimez. I posti di lavoro da creare per raggiungere i livelli del centro-nord sono ormai 3 milioni. Conte si mostra ottimista, sprona i meridionali a voltar pagina: «Mai più rassegnazione, mai più disagio, mai più causa persa. Non vogliamo più narrazioni tossiche per il sud, le vogliano esiliare e mandare via. Il Mezzogiorno deve diventare sinonimo di eccellenza».

L’eccellenza, Conte la declina con l’alta velocità e gli immancabili cantieri. «Vi annuncio che il 10 marzo la ministra De Micheli sarà proprio in Calabria per inaugurare il terzo megalotto della 106 Jonica, una gara d’appalto da oltre 1,3 miliardi».

Si tratta di un’opera fortemente avversata dai comitati e dagli ambientalisti, «il più grande cantiere meridionale» che sventrerà un territorio ricco dal punto di vista agricolo, la Sibaritide, per costruire un nuovo collegamento viario tra Roseto Capo Spulico e Sibari del tutto inutile visto che una strada già esiste. È la vecchia 106 che, secondo i comitati, si potrebbe raddoppiare risparmiando così un terzo dei costi previsti. Infine, rivolgendosi agli studenti, il premier li esorta «ad essere sempre orgogliosi della vostra terra e delle vostre origini senza rimettere in mano di altri il vostro destino».

Il ministro Azzolina ha ricordato come questo Piano sia una «occasione importantissima e lo dico da persona del sud che è dovuta andare al nord, come tanti altri per poter lavorare. Avevo tanti sogni, anche restare in Sicilia per lavorare. Presentiamo un Piano che serve anche ad evitare che uno studente sia costretto ad andare via dalla propria terra». Il ministro Provenzano, il vero artefice del piano, in conclusione ha sottolineato che «è un piano per l’Italia intera. Abbiamo voluto mantenere un impegno: mettere il Mezzogiorno in cima ai nostri pensieri e farlo per tutto il Paese. Per anni si è parlato di immigrazione, ma ci si è dimenticati dell’emigrazione dal sud. Con questo Piano vogliamo garantire il diritto a restare. Se si va via, però, non è solo per mancanza di lavoro. Quello manca anche altrove. Ciò che manca al sud è la prospettiva di futuro. Per questo nasce Piano 2030, per dare una prospettiva».

La strada è molto lunga e impervia. Al sud ormai ci sono più emigrati che immigrati, il rischio è lo spopolamento. Le persone emigrate dal Mezzogiorno sono state oltre 2 milioni tra il 2002 e il 2017, di cui 132.187 nel solo 2017. Lo dicono sempre i dati Svimez. Di cui il ministro Provenzano è stato presidente.