Marcia indietro del governo sulla data della consegna delle pensioni, dopo le proteste dei sindacati. Per circa 15 milioni di pensionati l’assegno continuerà anche l’anno prossimo a essere emesso il primo del mese se si è stati lavoratori del settore privato, e il 16 se si è ex dipendenti pubblici. L’accredito cambierà soltanto per quegli 800 mila cittadini che hanno un doppio assegno Inps-Inpdap (e hanno lavorato quindi sia nel pubblico che nel privato): questi riceveranno la pensione in un’unica soluzione il 10 del mese.

La precisazione è arrivata dall’Inps dopo la levata di scudi delle organizzazioni di categoria dei pensionati e dei consumatori, preoccupati che lo slittamento causasse problemi di liquidità agli anziani alle prese con le scadenze di inizio mese, a partire dagli affitti. Successivamente anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha rassicurato: «Attualmente – ha spiegato – si sta valutando solo la situazione riferita alle persone che hanno più pensioni. La logica riguarda un tema di funzionamento e di efficienza».

I sindacati, due giorni fa, avevano aspramente criticato quanto contenuto nella bozza del ddl stabilità circolata dopo l’approvazione del consiglio dei ministri la settimana scorsa. L’Inps ha fatto sapere che la norma contenuta nel testo all’esame della Ragioneria dello Stato va interpretata in modo restrittivo limitando lo slittamento solo ai titolari di doppia pensione Inps-Inpdap per permettere l’unificazione dei due trattamenti in un unico assegno.

Di fatto però l’operazione sembra avere l’aria di una marcia indietro del governo a fronte degli scarsi risparmi attesi (circa sei milioni l’anno, secondo fonti Inps) e delle forti proteste (solo i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil possono contare su sei milioni di tessere ma l’intervento in generale era stato bocciato anche dalle associazioni dei pensionati da lavoro autonomo e da quelle dei consumatori).

I sindacati hanno apprezzato la precisazione (poi confermata dal responsabile lavoro del Pd, Filippo Taddei) ma hanno chiesto che sia rivisto anche lo slittamento per gli 800 mila pensionati che hanno il doppio assegno Inps-Inpdap.

«Giudichiamo positivamente la modifica apportata dal Governo sull’assurda norma della legge di stabilità riguardante lo slittamento del pagamento della pensione al 10 del mese – affermano i leader delle categorie dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, Carla Cantone, Gigi Bonfanti e Romano Belllissima – È evidentemente il frutto della nostra protesta di fronte all’ennesima ingiustizia perpetrata ai danni dei pensionati italiani.

Questo però non ci basta e ci batteremo affinché la norma sia ritirata per tutti, anche per quegli 800 mila che hanno la doppia pensione Inps-Inpdap. I pensionati hanno sopportato davvero troppo in questi anni. È ora di lasciarli in pace».