C’è stato bisogno di un intervento del giudice del lavoro per garantire lo stipendio di ottobre agli operai della ex Gkn, che da tre mesi ricevono non più di 200 euro al mese dall’attuale proprietà. Il tribunale di Firenze ha infatti accolto i ricorsi per tre decreti ingiuntivi “pilota” presentati dagli avvocati Danilo Conte, Silvia Ventura e Anita Marafioti, del pool legale attivo dallo scorso anno in difesa della Rsu.
“Nella richiesta di decreto ingiuntivo – spiega Danilo Conte – abbiamo osservato che la fabbrica formalmente è in attività, dato che non è in corso alcuna procedura fallimentare, né ci sono altri motivi legali per cui può essere giustificato il comportamento della proprietà. Dunque gli operai di Qf vanno considerati come dipendenti a tutti gli effetti. Ai quali, fin quando non sarà autorizzato un ammortizzatore sociale, va corrisposto il normale stipendio. Il giudice del lavoro ha accolto le nostre argomentazioni, condannando Qf a pagare la differenza fra quanto percepito dai lavoratori e quanto avrebbero dovuto avere”.
Più che soddisfatti la Rsu e il Collettivo di Fabbrica: “Questi decreti sanciscono al momento che il contratto a tempo indeterminato, in assenze di valide ragioni, deve essere pienamente retribuito. Quindi la condotta di Qf è stata illegittima, e per quanto ci riguarda questa è solo la punta dell’iceberg, perché riteniamo in mora l’intero reddito da gennaio 2022”.
Di conseguenza, avvertono le tute blu, “Qf paghi tutto ciò che è dovuto, a partire dalle spettanze arretrate di ottobre, novembre, premio di risultato fisso, ferie, malattie, contributi Inps, contributi Cometa e tredicesima. E l’8 gennaio paghi le spettanze di dicembre. Cessino le calunnie contro lo stabilimento e l’assemblea permanente, e cessi l’assedio, mirato probabilmente allo smantellamento dello stabilimento in assenza di chiarezza sulla reindustrializzazione. Se poi il ministero del Lavoro vorrà intervenire concedendo una cig in deroga e retroattiva, lo farà in piena autonomia, prendendosi la gravissima responsabilità di decurtare a posteriori il nostro stipendio, usando i soldi pubblici dell’Inps”.
La Rsu ex Gkn fa infine una ulteriore, stringente richiesta: “Il Collettivo di Fabbrica ha presentato un proprio piano industriale, e chiede che sia messo a verifica. Si colleghi semmai la cassa integrazione, da ora in poi e non retroattiva, a quel piano industriale e all’intervento pubblico. Intervengano lo Stato, la Regione Toscana, Invitalia, il Mimit, Cassa depositi e prestiti, perché ogni giorno immobili è un giorno di complicità con i ‘licenziamenti di fatto’. Quindi soldi pubblici per ripartire, non per stare fermi, e una cig per riprenderci il tempo, non per perdere tempo”.
Altri 15 ricorsi “pilota” per altrettanti decreti ingiuntivi relativi al mese di ottobre sono in attesa di risposta. E nei prossimi giorni la Rsu, il Collettivo di Fabbrica e il pool di legali che assistono gli operai decideranno le prossime mosse per ottenere gli stipendi di novembre.