Sequestro, mediante oscuramento, dei due video dell’inchiesta Follow The Money su Claudio Durigon e i fondi del Carroccio: l’atto, notificato a Fanpage ieri a Napoli, è stato disposto dal gip di Roma Paolo Andrea Taviano, candidato alle politiche 2013 nel Lazio per la Fiamma Tricolore («un orgoglioso passato da militante e simpatizzante della destra sociale, fin da giovane ai tempi del Fuan e del MSI» il commento all’epoca da Ft).

È la redazione a spiegare: «Avevamo mostrato l’onorevole Durigon dire che non bisognava preoccuparsi dell’inchiesta della procura di Genova sui 49 milioni che la Lega avrebbe sottratto allo stato perché il generale della guardia di finanza “l’abbiamo messo noi”. Per quell’inchiesta abbiamo già ricevuto diverse diffide e querele, com’è legittimo. Ci sono un giudice e tre gradi di giudizio per accertare i fatti. Quel che ci è stato notificato oggi è molto diverso».

Il direttore Francesco Cancellato spiega: «L’articolo 21 della Costituzione recita: “Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili”. Non si può sequestrare e oscurare il contenuto giornalistico per il reato di diffamazione, come confermato dalle sentenze della Corte di Cassazione».

Il primo video è dello scorso aprile, il secondo di luglio. In quest’ultimo si mostra la rete di relazioni che collega la Lega all’Ugl (di cui faceva parte Durigon prima di diventare parlamentare del Carroccio) e ad alcuni esponenti della destra. Si ricostruiscono i passaggi che hanno portato alla sostituzione del colonnello della Guardia di finanza Renzo Nisi, che guidava le indagini sui 49 milioni della Lega.

Al suo posto Vincenzo Tomei, una nomina arrivata quando al comando generale delle Fiamme gialle (a maggio 2019) si era insediato Giuseppe Zafarana. Secondo Fanpege la candidatura di Zafarana «viene avanzata dai massimi esponenti della Lega, in primis Giorgetti e Salvini, che, con l’appoggio dei 5S, rendono possibile la nomina. A gestire le trattative è anche Durigon». Il gip scrive: «I video appaiono lesivi dell’immagine e della reputazione del comandante generale della Gdf, sussistono le esigenze cautelari».

Le inchieste sono di aprile e luglio: «L’atto indica come motivo del sequestro il pericolo di reiterazione – spiega Cancellato – ma il contenuto è pubblico da mesi, oggetto di articoli e interrogazioni parlamentari. Non si può oscurare perché non c’è più l’esigenza cautelare. E non si può procedere contro ignoti, come ha fatto il pm, quando gli autori dei servizi sono noti come lo è il direttore e possono difendersi se indagati, ma non possono se non sono iscritti. La consideriamo un’iniziativa intimidatoria ma non ci faremo intimidire».

Fnsi e del Sindacato unitario giornalisti della Campania: «Il provvedimento è partito da una querela del comandante Zafarana. Riteniamo che quello del Tribunale di Roma sia un atto abnorme, gravissimo e inaccettabile, che lede pesantemente il diritto di cronaca. Mettiamo a disposizione gli uffici legali per ricorrere». L’Ordine dei giornalisti della Campania: «L’idea che si possa ordinare di oscurare preventivamente una testata senza che peraltro l’autorità giudiziaria abbia ascoltato gli autori o il direttore responsabile, è grave e va respinta».

Solidarietà a Fanpage da Pd e Iv. Il 5S Giarrusso annuncia un’interrogazione al parlamento Ue. Dal senatore Ruotolo analoga iniziativa a Palazzo Madama «per chiedere alla ministra della Giustizia di verificare se non vi siano irregolarità». Stessa iniziativa alla Camera da Fratoianni (Si): «Chiediamo alla ministra Cartabia un’ispezione al Tribunale di Roma, non siamo all’epoca delle leggi fascistissime».