Fedele alla linea raccoglie gli interventi di Gianluca Costantini nel corso di più di dieci anni di attività. Si tratta di reportage, editoriali, riflessioni, realizzati da uno dei nomi più importanti per quanto riguarda il graphic journalism italiano. Ad accomunare i diversi lavori, oltre al segno chiaro e pulito, c’è soprattutto la grande capacità dell’autore di scovare e raccontare storie.

Viaggiatore instancabile, giornalista spinto da curiosità e da un profondo desiderio di giustizia, per cui il disegno diventa una forma di attivismo, Costantini ha girato molto, dai Balcani al Libano, dalla Grecia al Caucaso (il pezzo sul mito di Cheikh Mansour è un piccolo capolavoro).

I personaggi che Costantini incontra, si tratti del leader dell’Hdp curdo in Turchia Selahattin Demirtas, o di Zaher, il ragazzino afgano in fuga morto sotto un camion a Venezia, fino ai molti protagonisti anonimi, alcuni inventati, illuminano aspetti poco noti di vicende che il ritmo della cronaca fagociterebbe. Chi si ricorda dell’ascesa dei grillini a Parma nel 2012? Oppure dei giorni pieni di speranza durante la Rivoluzione dei Gelsomini in Tunisia? Non si insegue l’attualità, ma c’è spazio per la riflessione, per una ricostruzione dei fatti che prende avvio, per una volta, dalla prospettiva di chi non ha voce.

Lo stile del fumettista ravennate si è evoluto nel tempo, integrando elementi realistici come fotografie elaborate graficamente a disegni in cui immaginazione e sogno prendono il sopravvento. La sintesi tra le diverse componenti crea storie che restano, e che anche a distanza di tempo riescono a catapultarci al centro del racconto.

La raccolta presenta lavori apparsi su pubblicazioni molto diverse. A cominciare da riviste di nicchia come Linus o come la mitica Animals, bellissimo esperimento durato troppo poco, in cui ci si imbatteva nel meglio del fumetto d’autore, mescolato a racconti e articoli. Fino a nuove realtà editoriali, come Internazionale, il giornale online Il Post, il settimanale Pagina99 (per cui, come racconta l’ex direttore Luigi Spinola nell’introduzione, Costantini diventa un collaboratore fisso, e per lui viene addirittura ripensata la struttura del giornale). Testate che in qualche modo ci possono indicare direzioni per il futuro del giornalismo.

Sono moltissimi i contributi presenti in questo librone da 300 pagine, da Maurizio Maggiani a Igiaba Sciego, da Carlo Gubitosa fino all’onnipresente Elettra Stamboulis, compagna di viaggi e di vita di Costantini, spesso al suo fianco in questi lavori e a sua volta autrice di fumetti e graphic novel.

Il volume non poteva che venire pubblicato da BeccoGiallo: se oggi il graphic journalism in Italia riesce a raggiungere un pubblico ampio, con molte case editrici anche importanti che vi dedicano collane e titoli, è merito anche dei due editori trevigiani che, poco più di un decennio fa, decidevano di scommettere tutto sulla non-fiction illustrata. Stando all’efficacia del lavoro di Gianluca Costantini, e di tanti autori come lui, forse avevano ragione.