Quando un anno fa il parlamento decise di introdurre la sperimentazione dei corpi civili di pace, furono in molti ad essere positivamente sorpresi. C’era allora il governo Letta e furono stanziati 9 milioni per far partire 500 giovani nelle aree di conflitto per fare interposizione, attività di mediazione e riconciliazione, costruzione della pace.
Era stata la proposta per decenni dei pacifisti, Alex Langer aveva portato il progetto nel parlamento europeo e in questi anni associazioni come la Papa Giovanni XXIII e la Focsiv avevano concretamente costruito dei piccoli gruppi di corpi civili di pace impegnati in tante aree di conflitto.
Sembrava fatta. Ma è passato un anno e ancora non è successo niente. Il governo Renzi non ha ancora emanato i decreti attuativi e i regolamenti: le bozze di circolari passano da una scrivania all’altra e ancora sembra tutto in alto mare. Il sottosegretario con la delega al servizio civile Luigi Bobba (con passato di presidente delle Acli) sono da mesi che rassicura tutti. Ad un convegno del Centro diritti umani dell’Università di Padova (a luglio scorso) aveva promesso: «Ci sarà il decreto entro il 30 settembre», ma non è successo nulla. E al recentissimo convegno della Consulta Nazionale degli Enti di Servizio Civile il sottosegretario si è così scusato: «Manca il concerto del ministero Affari esteri».
È un ritardo inaccettabile, a meno che non sia sospetto, quasi voluto. La sperimentazione dovrebbe durare tre anni e un anno è stato già perso. Oltre agli annunci, il governo vuole far partire veramente i corpi civili di pace?
Le risorse per i corpi civili di pace (9 milioni in tre anni) sono aggiuntive ai fondi ordinari per il servizio civile. E meno male. Perché la legge di stabilità 2015 ha ridotto a 65 milioni i fondi per il servizio civile. Mai così pochi fondi dal 2001 a oggi.
Il governo pensa in futuro di chiedere alla fondazioni bancarie di finanziarie il servizio civile: bene che le fondazioni bancarie spendano bene i loro soldi, male che lo stato non si assuma le proprie responsabilità. Ci sono state critiche durissime della Cnesc (Consulta nazionale degli enti per il servizio civile), della Caritas e delle Ispettorie Salesiane che così hanno titolato un loro comunicato stampa: «Sul servizio civile Renzi prende in giro l’Italia».
Di fronte a queste critiche, Renzi ha fatto retromarcia e ha annunciato (durante una riunione del Pd) che al Senato (dove in questi giorni è in discussione in seconda lettura la legge di stabilità) saranno trovati 50milioni in più per il servizio civile nel 2015.
Dove saranno presi questi soldi? Dal terzo settore. Infatti “casualmente” la riforma del terzo settore ha in dotazione 50 milioni per il 2015. Il gioco è fatto: il governo Renzi darà al servizio civile i 50 milioni della legge delega di «riforma del terzo settore, della disciplina dell’impresa sociale e del futuro servizio civile universale».
È già successo con il fondo per la non autosufficienza: l’aumento dei 100 milioni è stato preso dal fondo per le politiche per la famiglia.
È una beffa, un gioco delle tre carte. Partiranno i giovani per il servizio civile ma non ci saranno i soldi per fare la riforma. Una presa in giro.