Appartato, nascosto, tranquillo. «Il Giardino degli Aromi» non assomiglia ad un orto cittadino, è una scoperta continua. Si trova all’interno della vasta area verde dell’Ex ospedale psichiatrico Paolo Pini, nel nord di Milano, quartiere Affori (dove da domani a domenica si tiene la festa di Radio Popolare). L’associazione che lo gestisce e lo cura è nata nel 2003 e quest’anno compie 15 anni. L’effetto per chi entra, come sottolinea Cinzia che mi accompagna alla scoperta dei luoghi, è chiedersi: «Ma sono a Milano?». Tra cinguettii e galli che cantano la dimensione naturale non è solo visiva e olfattiva ma anche uditiva.«È un’esperienza che ruota intorno a tutto il vivente» ci tiene a spiegare una socia fondatrice. «Non vogliamo un ambiente concepito ad uso e consumo dell’uomo» aggiunge . Non si tratta solo di parole. Basta fare un giro all’interno del giardino per rendersi conto della sua ricchezza e varietà. Ci sono aree inaccessibili all’uomo diventate rifugio per uccelli e piccoli mammiferi, colture alternate a zone incolte, piante spontanee e piccoli stagni.

IL NUCLEO ATTORNO A CUI SI E’ SVILUPPATA l’area verde odierna è «il mandala», un cerchio di piante aromatiche e medicinali. «L’associazione è nata per non disperdere l’esperienza di un corso per donne disoccupate sulla coltivazione di piante aromatiche», spiega la veterana dell’associazione. I modi pratici e la tenuta da lavoro fanno trasparire la determinazione con cui il gruppo ha lavorato per trasformare un luogo abbandonato in un’area verde naturale. «Dopo la chiusura dell’ospedale la zona che curiamo era molto maltrattata» racconta, sottolineando il rischio elevato che si trasformasse in discarica.

«Il Giardino degli Aromi» è un luogo aperto, non ci sono lucchetti o cancelli. Cinzia spiega come panchine, tavoli e casa sull’albero servano ad accogliere chiunque arrivi. «Sono pensati per ospitare persone in transito, perché possano riposarsi, coltivare o semplicemente passeggiare» dice. L’apertura è una filosofia che ha caratterizzato il giardino dal principio, come racconta una delle fondatrici: «Da subito è diventato un punto di riferimento per tutte le persone con disagio psichico che frequentavano l’ex ospedale psichiatrico per le visite presso i centri psicosociali. Dopo la visita si fermavano per aiutare nel lavoro del mandala, ricorda: «Riconoscendo il giardino come luogo amico, in cui vivere con la natura».

FEDERICA E’ UNA TUTOR DELL’ASSOCIAZIONE, una dei quattro dipendenti. Segue persone con disagio mentale che, attraverso le borse lavoro, attualmente 11, possono mettersi in gioco nella sistemazione del giardino, nella coltivazione delle erbe aromatiche e nella loro lavorazione. «Qui trovano una comunità accogliente, si sentono parte di un gruppo» racconta Federica. La palazzina vicino agli orti, oltre ad ospitare gli uffici dell’associazione, è il luogo dove si trova l’essiccatoio. Qui erbe e fiori raccolti vengono stesi ad essiccare, prima di essere sistemati in barattoli. Sono la base per la preparazione di tisane, acqua di rose, balsamo per labbra, creme naturali e oli aromatici. I prodotti ottenuti vengono esposti nei mercatini di Natale.
Gli aromi coltivati finiscono anche nei piatti, grazie alla cooperativa sociale «Aromi a tutto campo», che organizza catering vegano e vegetariano e dà lavoro a persone che vengono dal disagio mentale. «Grazie alla cooperativa molti hanno trovato un lavoro che li appassiona» ci tiene a dire la socia fondatrice.

«SIAMO STATI TRA I PIONIERI DEI GIARDINI condivisi che si sono poi diffusi in tutta la città» spiega, e aggiunge: «Sono diventati luoghi di confluenza sociale e di difesa del verde in abbandono o a rischio edificazione». Gli orti sono anche occasione di riscoperta di talenti. I 150 ortisti sono persone molto diverse: ci sono pensionati del quartiere, famiglie e i giovani. «Non abbiamo fatto nessuna selezione, tutti possono accedere», sottolinea la veterana dell’associazione. Questo comporta approcci a volte molto diversi, contraddizioni e screzi, che vengono affrontati insieme. Il risultato a cui l’associazione tiene di più sono le relazioni nate tra persone con disagio mentale e ortisti, grazie al lavoro comune.

«Nel tempo si sono formati gruppi di auto aiuto misti e meticci» racconta una delle fondatrici. «Sono arrivate qui anche persone in fuga da povertà, guerre e sfruttamento» dice. L’associazione è un luogo di pratiche che mettono in discussione concetti come «inclusione», che esclude chi non ci somiglia, e, come sottolineano: «Non critica questo modo di produzione che spinge alla fuga». E quello di «proprio», che conduce l’uomo a legittimare gli allevamenti, sfruttare i territori e creare nuovi schiavi.

LA BIODIVERSITA’ E’ PALPABILE PASSEGGIANDO tra orti e giardino.«Pratichiamo agricoltura biologica e ci stiamo formando per la biodinamica» spiega Federica e aggiunge «L’importante è ottenere un buon risultato in termini di biodiversità». Federica si è appassionata negli anni ed è fiera del giardino di oggi: «Sono arrivate specie vegetali e animali che 10 anni fa non c’erano».
Una parte dell’orto è dedicato alla funzione didattica, per avvicinare bambini e ragazzi al mondo vegetale. A fare da cicerone è Graziano, un veterano, in costante sperimentazione. Quest’anno accanto alle zucchine trombetta fa crescere la curcuma. Tra le fragoline di bosco e la rucola ha piantato un banano.

Si chiama Parco «Pini oltre il Pioppeto» (POP) il sogno che «Il Giardino degli Aromi» cerca da anni di realizzare. Si trova appena oltre le mura di cinta dell’ex ospedale ed è un parco ricco di biodiversità. «Grazie ad un monitoraggio della Lipu abbiamo individuato una quarantina di specie di uccelli, che raramente si vedono a Milano» sottolinea la socia fondatrice. Il sogno è diventato una sfida perché sia gli orti che parte del parco sono all’interno del PGT come area edificabile. La raccolta di 23.000 firme lo ha salvato, per ora, dal cemento e oggi si punta a riconnetterlo con i parchi del Nord-Ovest milanese, attraverso una rete di corridoi ecologici. Il parco POP, infatti, rientra nel progetto risultato vincitore nella selezione del Bilancio partecipativo del Comune di Milano, per il Municipio 9. «Siamo molto soddisfatti dell’obiettivo raggiunto, anche perché la strada è sempre in salita», dice Cinzia. Adesso sarà l’amministrazione a dover attuare il progetto presentato da Luisa, una delle fondatrici dell’associazione. Al primo posto tra le priorità associative c’è la richiesta di variante al PGT, per preservare il parco da progetti edilizi.

Il 17 giugno sarà un giorno di festa per «Il Giardino degli Aromi», che ha organizzato una sottoscrizione a premi solidale, destinata a sostenere la realizzazione di un orto produttivo per persone indigenti.