Onore a Maurizio Lupi. Di tutto il centrodestra preso a sberle da Sergio Mattarella sia nell’identità culturale di fondo che nell’efficacia delle politiche dell’immigrazione, per molte ore è l’unico a non fare finta di niente e a rispondere «ringraziando» il capo dello Stato per il suo intervento e per il «livello culturale molto profondo» verso il quale ha indirizzato il dibattito. Lo fa come doveroso riconoscimento da parte di chi è sempre stato molto vicino a Cl ma è lo stesso un fatto che nessun altro, a destra, pronunci a caldo mezza sillaba.

Che il leader di Noi Moderati si arrampichi un bel po’ sugli specchi in questo caso è proprio inevitabile: «Ridurre l’intervento del presidente a una tirata d’orecchie a questo o a quello vorrebbe dire vietarsi di capirlo nel richiamo decisivo per il nostro Paese contenuto nella formula Amicizia sociale». Sarà, ma le parole sull’identitarismo, sul nazionalismo e anche sulle strategie in materia d’immigrazione sembravano invece davvero chiare ed esplicite, molto più del solito.

Nessuno in questo momento nella maggioranza ha voglia di entrare in rotta di collisione con il capo dello Stato e Giorgia Meloni meno di tutti. Ma gli umori ai piani alti di FdI ieri erano neri. «Mattarella non dice cose diverse dalle nostre: chiede di allargare i flussi ed è proprio quello che abbiamo fatto», sarebbe sbottato a un certo punto uno dei dirigenti di grado più elevato nei gruppi parlamentari. La responsabile immigrazione del partito, Sara Kelany, confermerà la bizzarra interpretazione poco dopo: «Nessun contrasto tra l’approccio del governo e le parole del capo dello Stato».

Per capire le vere reazioni di pancia della destra bisognerà guardare alla stampa amica, che ha meno remore e che probabilmente darà voce all’opinione molto diffusa che circolava ieri negli ambienti della maggioranza: «Il presidente vuole solo che arrivino più immigrati». In ogni caso, l’esortazione del capo dello Stato a cambiare strada sulle politiche dell’immigrazione non sarà raccolta: alla vigilia delle europee e non potendo rispettare alcun impegno in materia di economia, governo e maggioranza sono casomai tentate dal rifare dell’immigrazione l’argomento contundente nella propaganda.

Diverso è il caso per l’altra e più stringente indicazione concreta di Mattarella, quella sugli aiuti alle popolazioni romagnole. Non è stata un’uscita estemporanea: governo e maggioranza ne sono perfettamente consapevoli. Al contrario, il presidente tornerà presto di nuovo sulla questione pubblicamente, forse con toni ancora più ultimativi e ha assicurato ai sindaci tutto il suo concreto appoggio perché gli aiuti arrivino in tempi celeri. Quella esortazione il governo non potrà farla cadere nel silenzio.