Quando tre anni fa Your Name spopolò al botteghino giapponese diventando uno dei film, non solo d’animazione, più visti di tutti i tempi nell’arcipelago, Makoto Shinkai era un animatore e regista conosciuto fra gli appassionati, ma non certo un nome riconoscibile dal grande pubblico. Il successo del film, forse non il lavoro migliore dell’autore ma quello più apprezzato da diversi strati della popolazione, lo catapultarono nell’olimpo del genere ed il suo nome è oggi spesso accomunato a quello dei vari Hayao Miyazaki, Hosoda Mamoru, Kon Satoshi o Mamoru Ishii.

È QUINDI abbastanza naturale che il suo nuovo lavoro, Tenki no ko, la ragazza del tempo, o usando il titolo originale internazionale Weathering with You, sia il lungometraggio più atteso di questa estate nipponica. Uscito lo scorso venerdì, il nuovo film di Shinkai ha stracciato la concorrenza conquistando da subito la vetta del box office del paese asiatico. Proprio nei giorni in cui l’arcipelago è ancora scosso dalla tragedia di giovedì scorso, quando un uomo ha dato fuoco allo studio della Kyoto Animation, uccidendo 34 persone e ferendone gravemente quasi altrettante.

Una tragedia che ha scosso lo stesso Shinkai: durante una delle presentazioni in anteprima del suo film il regista ha infatti ricordato con dolore quel che è accaduto ad uno degli studi d’animazione giapponesi più virtuosi e a molti di coloro che vi lavoravano. Un nodo in gola e un’atmosfera quasi surreale che deve aver accompagnato molti degli spettatori recatisi nelle sale del Sol Levante per vedere Tenki no ko.

HODAKA è uno studente delle scuole medie che, scappato di casa, arriva a Tokyo da un’imprecisata isola giapponese. Finiti i pochi soldi che aveva con sé, comincia a girare per le viuzze più malfamate della metropoli, in cerca di un lavoro e di qualcosa da mangiare in una città che lo spaventa non poco, con la sua vastità, le sue luci e le sue inaspettate ombre. Per fortuna riesce a trovare lavoro in una piccola rivista che tratta di fenomeni soprannaturali, grazie alla bontà del giovane proprietario. Durante una delle sue ricerche attraverso le strade di Tokyo, Hodaka incontra Hina, una ragazza che lavora in un fast food e che vive da sola con il giovane fratello. Non si tratta però di una ragazza come tutte le altre, infatti Hina ha il potere di fermare la pioggia e di schiarire il cielo. Del resto il film è ambientato in estate ed in particolare nel cosiddetto periodo delle piogge, che è nel suo pieno proprio in queste settimane qui in Giappone dove piove ininterrottamente da almeno due settimane.

La prima parte del lavoro, quella che getta le basi per lo svolgimento degli eventi narrativi più importanti, è una delizia per gli occhi come sempre accade con i lavori di Shinkai. La resa quasi iperrealista della città di Tokyo con i suoi neon, i suoi grattacieli, le macchine, le luci ed i colori, il tutto continuamente immerso nella pioggia, è davvero straordinaria. Purtroppo però la storia viene tirata un po’ troppo per le lunghe e non riesce a rendere i personaggi e le loro interazioni interessanti. Manca inoltre quel ritmo ben congegnato che funzionava così bene in Your Name, che in questo senso è davvero una macchina narrativa quasi perfetta. Per meglio dire, i protagonisti di Tenki no ko sono anche interessanti e spesso l’atmosfera si alleggerisce grazie ad una comicità che funziona, ma troppo spesso vengono ricalcati in maniera blanda i topoi sui giovani ragazzi alle prese con l’adolescenza.

VERSO la metà del lungometraggio, che dura circa due ore ma che avrebbe funzionato meglio se fosse stato di venti o trenta minuti più corto, la narrazione comincia a prendere il via. Senza rivelare troppo della trama, basti dire che le cose iniziano a precipitare e che i tre ragazzi – Hodaka, Hina e il suo piccolo fratello – devono confrontarsi con dei grossi problemi, anche di natura per così dire sovrannaturale.
Dal punto di vista tecnico, come già detto, le immagini sono come al solito di altissimo livello, a parte forse qualche scena dove la computer grafica non si integra troppo bene con il resto dell’animazione. È interessante notare come Shinkai abbia optato per una ricostruzione del paesaggio urbano di Tokyo e della vita quotidiana dei tre giovani talmente fedele alla realtà che ha portato ad un uso massiccio e qualche volta eccessivo di nomi di prodotti e di compagnie.

La musica, come nel precedente lavoro, è firmata dal gruppo giapponese Radwimps, con i brani cantati che sottolineano con forza le scene più drammatiche o importanti del film. È una scelta in puro stile Shinkai: ha fatto e farà storcere il naso a molti per l’intrusività quasi da videoclip delle canzoni, ma è uno dei punti di forza e di fascino per molti dei più giovani spettatori. In questo senso bisogna dare atto al regista giapponese di aver quasi creato un nuovo modo di combinare musica ed animazione, uno stile che caratterizza i suoi lavori.

LADDOVE la prima parte, come scritto sopra, può apparire un po’ troppo prevedibile, la vera sorpresa arriva negli ultimi quindici o venti minuti, quando il film vira verso un finale abbastanza inaspettato, forse anche slegato da quanto è accaduto prima. Ma indubbiamente apre la porta su un paesaggio assai interessante e più globale: come spesso accade nei lavori di Shinkai c’è una forte visione della terra e degli esseri umani come parte di qualcosa di più grande ed importante. Funziona quasi come uno squarcio aperto sul futuro prossimo del pianeta nell’epoca dell’Antropocene: il termine viene mostrato per una frazione di secondo su un libro e dona un diverso spessore alle storie pregresse dei tre giovani, i cui genitori sono assenti e non si vedono mai, ed ai protagonisti stessi.

FORSE non basta un finale che porta in tutt’altra direzione e che apre scenari davvero affascinanti a salvare completamente il film, ma nonostante ciò Tenki no ko resta un lungometraggio godibile – soprattutto per coloro che sono abituati allo stile narrativo di Shinkai e che ne hanno apprezzato anche i primissimi lavori – imperfetto ma ricco di suggestioni.