La fase di procedura della cessione degli asset produttivi del gruppo Ilva entra nel vivo. Ieri pomeriggio, i tre commissari straordinari dell’azienda in amministrazione straordinaria, Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba, presso lo studio notarile Marchetti di Milano, hanno aperto le buste e iniziato l’esame delle offerte vincolanti che sono state presentate dalle due cordate in gara: la new.co AcciaItalia, composta da Cassa Depositi e Prestiti, dal gruppo Arvedi, dalla holdgin lussemburghese DelFin del gruppo Luxottica e dal gruppo indiano Jindal, e la new.co Am Investco Italy, composta dal colosso ArcelorMittal e dal gruppo italiano Marcegaglia. Le offerte sono state poi trasmesse al global advisor finanziario della procedura di amministrazione atraordinaria, il gruppo Rothschild, per gli adempimenti connessi alla procedura.

Nell’offerta le cordate in gara hanno indicato come intendono attuare le prescrizioni presenti nel Piano Ambientale dettate dal ministero dell’Ambiente, il piano industriale e i relativi livelli occupazionali, la somma da versare per l’affitto dell’azienda e il successivo acquisto. Da ieri sono quindi partiti i 30 giorni previsti dalla legge per la valutazione delle offerte, che dovranno essere adeguate agli standard ambientali e sostenibili finanziariamente nella prospettiva di medio lungo termine. Entro metà aprile ci sarà l’aggiudicazione degli asset industriali ad una delle due cordate. La vincitrice avrà poi altri 30 giorni per presentare domanda di approvazione del proprio piano ambientale che avverrà con un un apposito Dpcm. Quest’ultimo dovrebbe essere approvato in un arco di tempo che va da giugno a settembre, dopodiché partirà il definitivo trasferimento degli asset al soggetto che ha acquisito l’Ilva.

Al momento si conosce nel dettaglio solo l’offerta della Am Investco Italy: investimenti pari a 2,3 miliardi di euro (tra interventi ambientali e strutturali agli impianti), oltre al prezzo d’acquisto, produzione massima di 9,5 milioni di tonnellate di prodotti finiti dal 2019 in poi, la realizzazione di un centro di ricerca e sviluppo nella città di Taranto, l’impegno a implementare nuove tecnologie per la produzione di acciaio a bassa emissione di anidride carbonica e una lettera di intenti con Banca Intesa SanPaolo per unirsi al consorzio. Dell’offerta della new.co AcciaItalia, per ora, non si conoscono i dettagli.

«La Fiom prende atto dei contenuti dell’offerta presentata da Am Investco Italy»: Rosario Rappa, segretario nazionale della Fiom-Cgil, spiega che però «oltre alle dichiarazioni di investimento e alle intenzioni riguardo i livelli produttivi, non sono dichiarati i livelli occupazionali previsti». Quindi «in attesa di conoscere i contenuti della seconda offerta – aggiunge – ribadiamo che per noi è necessaria l’apertura di un tavolo di confronto al ministero che affronti in maniera dettagliata i piani industriali, e relativi processi di ambientalizzazione, e i livelli occupazionali».