Anna Nogara ha ripreso (al teatro Franco Parenti) un suo lavoro di una ventina d’anni fa, con una scelta meritoria per diversi motivi. Il racconto dell’incendio di via Keplero porge la narrazione meravigliosa di quel racconto scritto da Carlo Emilio Gadda prima dell’ultima guerra.

È UNA delle rare occasioni di sentire Gadda in teatro, dopo il trionfo del Pasticciaccio portato in scena da Luca Ronconi e pochi altri titoli con la regia di Lorenzo Salveti. Eppure la lingua dello scrittore milanese pare già teatro, nei suoi meandri descrittivi, solo a leggere i suoi romanzi. Nogara lo sa, e con grande maestria, vestita di un abito color fuoco, percorre lo spazio tra gli spettatori attirandoli, come se fossero presenti, nella cronaca di quel fuggi fuggi causato dal fuoco. La descrizione di Gadda è minuziosa e folgorante nel racconto dei malcapitati, dei loro comportamenti inconsci o inconfessabili, delle loro ragioni e dei loro averi. L’attrice si immedesima nello scandire le magiche parole dell’autore, unico interlocutore il suono delle percussioni animate da Marco Scazzetta, in controcanto e sottolineatura col fiume, inarrestabile e irresistibile, del racconto di Gadda: una sfilata di umanità meravigliosa e crudele. Allo spettatore il privilegio di quell’offerta e dei sentimenti che suscita.