Mario Bruzzese cercava di salvare un ricovero di animali. Aveva 77 anni e il fuoco lo ha travolto. Ieri mattina aveva deciso di recarsi in montagna per curare le poche bestie che teneva in un recinto a ridosso di una casetta colonica. Era già dentro quando spinte dallo scirocco le fiamme hanno avvolto la struttura facendo venir giù il tetto. Il pastore non è riuscito a fuggire ed è stato travolto dalle lamiere del tetto. È morto carbonizzato. Residente in Veneto, era tornato in Calabria per l’estate. A dare l’allarme il figlio che, non vedendolo tornare, ha chiamato i soccorsi.

“LUCIFERO” SCENDE nell’inferno di Calabria e soffia sul fuoco che divampa da giorni. La Calabria bruciava già da una settimana ma ieri è stata una giornata da incubo. Il territorio di Grotteria da sei giorni arde in balia del fuoco. Il centro storico è stato evacuato. Aveva 79 anni, invece, l’allevatore di Cardeto rinvenuto privo di vita nelle colline che sovrastano Reggio. Era disperso da ore. Lo hanno ritrovato a sera. Non è ancora chiaro se stesse sul posto per salvare i terreni dalle fiamme o gli animali che accudiva. In una sola giornata il bilancio diventa davvero tragico: due morti e 4 gravi ustionati a Vinco, frazione pedemontana di Reggio. «Sono 110 i roghi attivi in Calabria, la situazione è insostenibile» s’infervora Nino Spirlì, il presidente reggente della regione. Dovrebbe però spiegare perché il piano di prevenzione è fallito in pieno. E dovrebbe pure spiegare perché se c’erano (e di sicuro c’erano) le risorse disponibili non sono stati acquistati per tempo i mezzi aerei e di terra. E infine dovrebbe spiegare perché ci sono alcuni responsabili di dipartimento che nonostante il disastro in corso hanno avuto la sfacciataggine di andarsene in ferie.

PREVENIRE SIGNIFICA personale formato e qualificato, dotazione di attrezzature idonee, organizzazione in strutture coordinate ed efficienti. Prevenire significa predisporre sul territorio una viabilità e infrastrutture adeguate come viali tagliafuoco, manutenzione e modalità di gestione corrette che analizzino gli ecosistemi e contemplino i nuovi rischi generati dai cambiamenti climatici. Nulla di tutto questo è stato fatto dalla classe dirigente di ambo gli schieramenti in questi anni. E dire che la Calabria ha il primato di ben tre parchi nazionali. Che meriterebbero ben altra cura.

Come i faggi secolari del Parco nazionale dell’Aspromonte, un patrimonio Unesco accerchiato dalle fiamme senza che la regione riesca a fronteggiarne l’emergenza. Nonostante un sistema antincendio-boschivo che costa risorse economiche milionarie la Calabria ha così bisogno dei canadair provenienti dal Trentino e dal Friuli. Come quelli arrivati a salvare il Santuario di Polsi sopra San Luca da ore irraggiungibile. Stesso destino per la pineta di Catanzaro del quartiere Siano, il polmone verde del capoluogo. Qui da 36 ore le fiamme divorano ettari di pini nella zona Bosco Li Comuni dove Calabria Verde aveva coltivato e ordinato centinaia di piante di biodiversità.

LA CALABRIA DA GIORNI respira fumo e ingoia sudore e lacrime nell’insipienza della giunta regionale. Ma non va meglio in Sicilia dove il caldo ha sfiorato i 50 gradi nella parte orientale incentivando i roghi. Entrambe le regioni chiedono lo stato d’emergenza. Nel catanese sono stati ben 112 gli interventi dei pompieri. A Paternò ha perso la vita un agricoltore di 30 anni, schiacciato dal suo trattore nel tentativo di spegnere le fiamme. Divampano i roghi anche sulle Madonie, tra le pinete del ragusano, a Monreale. «È una catastrofe – dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – un territorio distrutto, un panorama spettrale. Abbiamo scritto una lettera al governo per chiedere che si mobiliti l’esercito».
Ieri in Sicilia c’era anche il ministro dell’Agricoltura Patuanelli secondo cui «non è un problema di personale ma di mezzi e di coordinamento delle strutture», i fondi ci sono ha detto, ma «forse i piani regionali non sono sempre aggiornati e attuati». Intanto il mezzogiorno va sempre più a fuoco.