Il Fratino, piccolo uccello da tutelare
Forse avete avuto il piacere (e la fortuna) di vederlo correre sulla battigia durante una passeggiata lungo il mare. Con il corpo raccolto, le lunghe zampe esili e il ventre […]
Forse avete avuto il piacere (e la fortuna) di vederlo correre sulla battigia durante una passeggiata lungo il mare. Con il corpo raccolto, le lunghe zampe esili e il ventre […]
Forse avete avuto il piacere (e la fortuna) di vederlo correre sulla battigia durante una passeggiata lungo il mare.
Con il corpo raccolto, le lunghe zampe esili e il ventre bianco che contrasta con il piumaggio marrone chiaro, particolarmente mimetico negli ambienti sabbiosi, è il Fratino (Charadrius alexandrinus), uccello trampoliere, tra i più piccoli limicoli nidificanti nel nostro Paese.
È un indicatore delle spiagge naturali, quelle poche rimaste dove ancora resistono le dune e dove la cementificazione non ha cancellato l’originario ecosistema costiero.
A distribuzione tendenzialmente cosmopolita, il Fratino potrebbe vivere lungo l’intero perimetro della nostra Penisola, comprese Sicilia e Sardegna, ed è sia migratore (documentate rotte di migrazione lungo le coste mediterranee francesi e spagnole con casi di svernamento in Nord Africa) che nidificante. Ma, nonostante sia tutelata da convenzioni internazionali, direttive comunitarie e normative nazionali, la specie registra un decremento in Italia, come nel resto d’Europa. Secondo i dati più recenti elaborati dal Comitato nazionale per la conservazione del Fratino, la stima della popolazione italiana è intorno alle 1.280 coppie, in diminuzione rispetto agli anni precedenti.
La tendenza a costruire il nido sulla spiaggia tra marzo e luglio rende la specie particolarmente vulnerabile: le cause della diminuzione sono così da ricercarsi nella continua perdita di habitat (urbanizzazione, erosione della costa), nel disturbo antropico (turismo, pulizia meccanica della spiaggia, raccolta di molluschi, pesca sportiva), nonché nella predazione dei nidi da parte di mammiferi (ratti, ricci, volpi, cani e gatti) e uccelli (gazze, cornacchie, gabbiani).
Curiosa la fase della scelta del nido, con il maschio che scava diverse buchette sulla sabbia fino a quando la femmina non sceglie la più adatta per deporvi due o tre uova. Il nido viene mimetizzato con materiale raccolto in loco come conchiglie, piccoli legni. Il periodo di incubazione varia da 24 a 28 giorni e l’unione di coppia è fondamentale durante tutto il periodo di cova: maschio e femmina, infatti, si alternano nella cura delle uova. Dopo la schiusa i pulli seguono da subito i genitori per circa un mese prima di diventare completamente autonomi. Questa abitudine «nidifuga» dei piccoli li rende attaccabili, tanto che, in caso di pericolo, la specie ha elaborato una strategia difensiva molto particolare, commovente: i genitori cercano di rendersi più visibili con piccoli saltelli e strisciando l’ala al suolo come se fossero feriti, allontanando così i potenziali aggressori dai piccoli appena nati.
Ormai un po’ in tutta Italia si sono sviluppati gruppi di volontari che proteggono la specie con azioni di vigilanza sui nidi. Il WWF è da anni impegnato in Abruzzo in collaborazione con l’Area Marina Protetta «Torre del Cerrano», in Toscana nelle Oasi di Burano e di Bolgheri, in Veneto alle Dune degli Alberoni e nel Delta del Po, in Puglia nell’Oasi di Torre Guaceto e nel Lazio lungo il litorale romano: vengono organizzate campagne di individuazione e monitoraggio dei nidi, giornate di pulizia a mano di tratti di litorale, attività di comunicazione e di educazione ambientale nelle scuole. Una vera e propria rete “Salvafratino” checerca di conservare questo piccolo uccello e, attraverso lui, la biodiversità degli oltre 8.000 km di costa italiana.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento