Tra gli aspetti che segnano una politica della filosofia – qui intesa nel senso oggettivo del genitivo: ossia come il modo per mezzo del quale si conducono operazioni editoriali, si appropriano o si piegano a fini eterogenei testi e autori, si istituzionalizzano ordini del discorso o si inventano, pretendendo di restituirle come oggettive, le continuità della storia del pensiero – va annoverata anche l’invenzione di filtri o di forme di mediazione tra il lettore e l’opera. Di una politica della filosofia nel senso soggettivo del genitivo – e cioè come pratica di responsabilità politica della filosofia, non parleremo in questa...