Narcisista, trasgressivo, innovatore e conservatore. Santo e maledetto. Tutto e il contrario di tutto, Renato Zero nella ormai quarantennale carriera non è stato semplicemente un cantautore – folle e creativo agli inizi più compiutamente pop da fine anni settanta ad oggi – ma ha saputo in qualche modo rivoluzionare la scena italiana grazie a una personalità strabordante e una creatività infinita – soprattutto a livello scenografico, in un momento in cui solo in pochi sapevano cogliere gli impulsi che arrivavano dall’estero.
Il personaggio Renato Fiacchini, nato a Roma e saldamente radicato nella cultura della città eterna con il suo carattere sempre pronto alla battuta tagliente che alterna a una finta accondiscendenza ma dal carattere di ferro, viene celebrato in una mostra Zero (18 dicembre-22 marzo) all’interno degli Spazi della Pelanda nel cuore di Testaccio a Roma. Per essere precisi nell’ex macello capitolino, e non è un caso visto che gli accostamenti
A dire il vero il
Una maschera quella di Zero – un nome d’arte che allude alla nullità trasformato in carisma, successo, notorietà – che affascina pubblico e addetti ai lavori:
Un percorso che si fa in prima persona – il dna del signor Fiachini – nella seconda sala. Sopra fluttuano i manichini rivestiti dei costumi che hanno costituito per decenni una parte fondamentale degli show di Renato, prima di essere sostituiti da abiti di foggia più classica e di color nero. Un mosaico di immagini dove tra locandine di film d’epoca e scene dal suo unico film da protagonista, Ciao Nì (1979), si fanno strada i concetti di romanità, travestimento e circo e di una sessualità che il cantante non ha mai voluto catalogare e accostamenti pasoliniani. Nella terza sala si
Colori vividi, silhouette ammiccanti, canzoni celebrate nell’immaginario italiano, trasversale. Destra e sinistra, Zero è apolitico: <è tutto un magna-magna>, ripete spesso… Il dna si completa in una piccola stanza con pareti a specchio e mille luci soffuse che scendono sullo spettatore e con la voce di Renato Zero a raccontare mistero e trasgressione, casualità e imprevedibilità di un personaggio – a suo modo – al contempo alieno e terreno.