Il «Ponte sullo Stretto di Messina» è oramai un tema ricorrente nella politica italiana. Dalla metà del Novecento diversi leader politici e presidenti del Consiglio hanno tirato fuori dal cappello questo progetto. Persino Rutelli, intervenendo a Messina nel maggio del 2001 come leader del centro-sinistra che sfidava il Cavaliere, aveva detto con entusiasmo incontenibile: « Il Ponte sullo Stretto lo realizzerò io e ve lo consegnerò nel 2011». Aveva già calcolato che avrebbe fatto due legislature!

Ma, per essere intellettualmente onesti, bisogna riconoscere al governo Conte almeno un cambio di passo, un approccio diverso.
Sia il presidente del Consiglio che la ministra De Micheli hanno detto: «Prima facciamo l’alta velocità ferroviaria in Sicilia e nella Salerno-Reggio Calabria e poi valuteremo l’ipotesi del Ponte, meglio del tunnel». Priorità quindi al trasporto ferroviario moderno (Alta velocità), sia in Sicilia dove il trasporto pubblico avviene quasi esclusivamente sui pullman, che nella Salerno-Reggio Calabria, la cui tratta richiede quasi tre volte il tempo che si impiega tra Roma e Milano.

Quindi priorità alla rete ferroviaria. In secondo luogo viene scartata l’ipotesi del ponte a campata unica tra Cannitello e Ganzirri e ripescato il progetto del ponte di Archimede che era stato presentato, da un architetto inglese, una prima volta nel lontano 1972.
Il richiamo è alla legge di Archimede che abbiamo studiato alle scuole medie: ogni corpo immerso in un fluido (liquido o gassoso) riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato.

Nell’idea progettuale dell’ingegnere Giovanni Saccà, incaricato di portare avanti questa ipotesi nel 2017 dal ministro Del Rio, il tunnel sospeso a trenta metri sott’acqua è fattibile ma di tutt’altro che facile realizzazione per via della presenza di potenti vulcani sottomarini nell’area, di forti correnti, dello scostamento geologico tra la Calabria e la Sicilia. Sicuramente dal punto di vista ambientale non avrebbe l’impatto devastante del ponte in calcestruzzo e acciaio.

Si salverebbe lo straordinario, impareggiabile, paesaggio dello Stretto, patrimonio dell’umanità. Ma, soprattutto, si unirebbero Reggio e Messina che diventerebbero la “città dello Stretto”, una unica città metropolitana, la terza del Sud e la settima in Italia per abitanti. Questo sogno di unione tra le due sponde è molto popolare ed ha una lunga storia alle spalle, che si è rafforzato negli ultimi decenni per l’emarginazione crescente delle due città nel contesto politico-economico delle rispettive regioni.

Attenzione però. Per ritornare alla dura realtà di quest’area bisognerebbe anzitutto mettere nella scala delle priorità i bisogni e servizi essenziali: acqua, rifiuti, manutenzione del verde e delle strade. Interi quartieri a Reggio e a Messina sono senz’acqua potabile per lunghi periodi, la spazzatura ha sostituito le installazioni artistiche, le strade sembrano campi da golf e la manutenzione del verde è presa in considerazione solo nel centro storico delle due città.

Infine, diciamolo una volta per tutte, anche al governo. Lo Stretto non è un corpo malato, amputato, che ha bisogno di una protesi. È ben altro.  È magia, è un mondo di miti che i greci hanno creato traendo spunto dalla realtà. È il canto delle sirene, fenomeno fisico dovuto alla configurazione della montagna che passa sotto il mare, è Scilla e Cariddi, mostri omerici ancora oggi visibili: Cariddi è un vortice di fronte a Ganzirri, mentre il mostro a nove teste, Scilla, l’hanno fotografato i sub a cinquanta metri sott’acqua di fronte al castello dei Ruffo di Calabria.

Senza dimenticare i pesci abissali che spiaggiano ogni anno, soprattutto in Primavera quando c’è la luna piena, e si possono ammirare nel Parco letterario Horcynus Orca o presso l’istituto di biologia marina dell’Università di Messina.
Fenomeno unico nel Mediterraneo che pochi conoscono, come pochi hanno visitato l’area della contemplazione nel Parco Ecolandia dove tutto lo Stretto, dall’Etna alla falce di Messina, dal monte Sant’Elia alle isole Eolie ti appare in tutto il suo irresistibile fascino.