Jazzanova, il gruppo tedesco più innovativo degli anni Zero, nell’ambito del nu jazz o post-jazz che dir si voglia, sempre attivissimo, festeggia sul proprio sito i dieci anni della compilation Paz e Futebol, i venti della Sonar Kollektive (la propria label indipendente ) e annuncia nuove date in Nord Europa. Con il dj e multistrumentista Stefan Leisering – assieme ad Alexander Barck, Claas Brieler, Jürgen von Knoblauch, Roskow Kretschmann e Axel Reinemer tra i fondatori del gruppo nel 1995 – si è fatto il punto della situazione.

Il vostro ultimo disco è ancora «Funkhaus Studio Sessions», forse il migliore dei tre ufficiali che avete pubblicato…

L’avevamo registrato come album studio/live con la nostra band assieme al cantante Paul Randolph. L’idea era quella di registrare il nostro live set in un ambiente di studio con tutte le attrezzature di qualità che non si userebbero in un vero e proprio show. Per noi resta fondamentalmente una performance dal vivo con la qualità dello studio. Abbiamo registrato tutta la sessione presso il Funkhaus nell’ex Berlino Est, che poi era l’enorme vecchio Studio Complex. Era stato costruito negli anni Cinquanta e tutto in Germania Est veniva registrato qui, come gli show radiofonici, le incisioni delle Orchestre classiche, persino la musica pop e rock. Abbiamo anche fatto le riprese video. Dentro, perché con le sue pareti in legno, i pavimenti e i soffitti alti lo studio è perfetto per quello che a noi sembrava molto bello o utile a livello artistico-musicale.

Prima di diventare un membro dei Jazzanova di che cosa ti occupavi? 

Ho iniziato da giovanissimo programmando i ritmi su una drum machine, mediante un computer a casa. Crescendo sono passato alle congas e le tastiere, sempre da autodidatta. Provare a misurarmi con l’ambiente musicale da professionista è stato il passo successivo, anche se a guidarmi è sicuramente il divertimento e la libertà di essere creativo.

Quali sono i tuoi riferimenti nella storia della musica?

Mi piace indirizzarmi sui maestri del jazz e del soul, giusto per citarne alcuni faccio i nomi di Curtis Mayfield, Nick Drake, Quincy Jones, Charley Stepney. Ma potrei tranquillamente proseguire per ore…
Ci sono dei momenti-chiave nella carriera dei Jazzanova a quindici anni dall’esordio discografico?
È difficile scegliere il meglio: forse la prima volta in cui abbiamo suonato in radio, oppure durante una session londinese nel 2009. O ancora quando abbiamo completato il nostro primo album In Beetween.

Come definiresti la musica dei Jazzanova?

Siamo riusciti ad ottenere uno stile personale e che riflette quello che amiamo ascoltare: jazz, folk, soul, hip hop, r’n’b, classico, rock, alternative

Quali idee, concetti o sentimenti associ direttamente al suono dell’ensemble?

Ci piace ascoltare molta musica e collezionare dischi. E di conseguenza vogliamo portare le cose che amiamo non solo all’orecchio degli ascoltatori, ma anche nella loro testa o nei loro piedi. Siamo entusiasti di alcuni aspetti, o se si vuole, dettagli, scanalature, generi, attrezzature, strumenti, ecc. Inserendo tutto questo nel nostro sound, speriamo di poter contagiare con il nostro entusiasmo i fan e gli ascoltatori.

Come vedi, in generale, il futuro del nu jazz?

Dal lato creativo tutto è possibile, ci sono molte band di talento in circolazione e tutti sono in grado di ritagliarsi un loro spazio, perché tutti i generi in genere coesistono e nessuno di questi è il flusso obbligatorio che si deve seguire.

L’altro lato della medaglia è che se si percepisce molta più creatività – dall’altro si è fatta sentire una devastante crisi economica dettata dalla crisi irreversibile ormai, della discografia – che incide pesantemente sugli artisti. È così anche in Germania?

Purtroppo sì. Dal punto di vista finanziario è una lotta dura per la maggior parte di noi. Credo che il pubblico dovrebbe prestare maggiore attenzione alla tutela degli artisti e del loro lavoro. La vendita dei nostri dischi è parte del nostro reddito. Chiunque copia o scarica illegalmente musica della sua band preferita dovrebbe averlo bene in mente.

Siamo agli inizi del nuovo anno, quali sono i progetti futuri della band?

Cercheremo sicuramente di utilizzare più strumenti nelle nostre registrazioni dal vivo. Sarebbe interessante far interagire strumentazione acustica e elettronica, in direzione di arrangiamenti sempre più astratti.